PENSIERI E RIFLESSIONI SU UN GRANDE DEL NOSTRO TEMPO.




BUONGIORNO E BUONA DOMENICA A TUTTI...VOLEVO LASCIARVI UN'ARTICOLO MOLTO INTERESSANTE DI 10 ANNI FA SULL'ENCICLICA CHE SEGUI' LA "VERITATIS SPLENDOR" E CHE LA DICEVA GIA' LUNGA SUL QUESTO CANCRO DEI VALORI CHE SI CHIAMA RELATIVISMO...A VOI LA POSSIBILITA' DI GIUDICARLO DA CREDENTI O MENO MA CON LA CONSAPEVOLEZZA DI AVERE AVUTO A CHE FARE CON UNA DELLE PERSONALITA' PIU' IMPORTANTI DEL NOSTRO TEMPO E CHE CI HA ACCOMPAGNATO PER BUONA PARTE DEL NOSTRO VIAGGIO... GIOVANNI PAOLO II.ALLA PROX.CIAO.




CITTà DEL VATICANO - Cristiani, uomini e donne di tutto il mondo che vi affacciate al terzo millennio: tornate a pensare! Riscoprite il valore essenziale della filosofia in un' era che rischia di essere sommersa dal pensierio unico globale, marcato dai parametri materiali! è questa l' esortazione che Giovanni Paolo II rivolge ai contemporanei alle soglie del Duemila nella sua nuova enciclica, a cui sta intensamente lavorando in queste settimane. Nonostante i viaggi internazionali, la storica visita a Cuba, la gestione dei grandi sinodi di vescovi delle Americhe e dell' Asia, nonostante le sue fragili condizioni fisiche, papa Wojtyla è impegnato da mesi in una nuova avventura intellettuale, che ha per scopo rilanciare l' alleanza tra Fede e Ragione nel trapasso di millennio. Di più: di fronte al dilagare del pensiero debole, di fronte al relativismo rampante, in cui si smarriscono tutti i punti di riferimento, il pontefice intende riproporre il pensiero forte del filosofo, il meditare sugli interrogativi fondamentali dell' esistenza, la ricerca instancabile della verità come "attività connaturata alla persona umana". Attività essenziale all' uomo qualunque sia il suo credo, pienamente autonoma, imprescindibile per evitare che la società contemporanea scivoli nella barbarie di un pragmatismo senza principi. L' enciclica (ancora segretissima, ma di cui siamo in grado di delineare l' impianto) si presenta come un grande affresco in cui campeggia al posto centrale la ricerca umana del senso della vita. Spaziando da Platone ai Padri della Chiesa, da sant' Agostino ad Anselmo di Canterbury, da san Tommaso all' Illuminismo, al marxismo, alla fenomenologia, ai teologi che hanno segnato il XX secolo, Giovanni Paolo II sottolinea che sia la Società che la Chiesa hanno bisogno di questo impulso umano alla scoperta di "ciò che è vero". La Chiesa, anzi, deve suscitare nei fedeli, nei preti, nei teologi lo stimolo a ritrovare il gusto della riflessione filosofica che ha caratterizzato la storia delle civiltà. La Chiesa non può scordarsi di avere avuto attraverso i secoli grandi "padri", teologi e santi, che sono stati anche grandi pensatori. Al tempo stesso i cristiani sono chiamati ad aprirsi con il massimo rispetto al dialogo e allo scambio con le molteplici correnti di pensiero espresse dalle varie culture. L' enciclica è attualmente alla seconda stesura. La bozza è più o meno lunga come la Veritatis Splendor - circa 150 pagine - e ora papa Wojtyla si sta concentrando per dare forma definitiva al testo, consultando esperti e confrontando con gli intimi i passaggi più delicati. Com' è sua abitudine, il pontefice può rivoluzionare la traccia di questo work in progress, che egli accompagna con lunghe ore di lettura, meditazione e preghiera. Soprattutto preghiera, perché molte encicliche sono state scritte dal Papa polacco accanto all' altare nella sua cappella privata. Se possibile la nuova enciclica, una delle più importanti del pontificato, dovrebbe essere pronta per Pentecoste. Ma se il lavoro di redazione - com' è probabile - dovesse durare più a lungo, si prevede la pubblicazione dopo le ferie estive, il periodo preferito dal Papa per dedicarsi alla scrittura e alla limatura dei propri documenti più impegnativi. L' uomo è filosofo. Giovanni Paolo II è preoccupato per un indebolimento che caratterizza contemporaneamente sia la religiosità odierna e sia la capacità dela cultura contemporanea di inquadrare con rigore domande e risposte sul senso della vita. Come ha spesso sottolineato il sociologo della religione Franco Garelli, "avanza un nuovo tipo di secolarizzazione, che non si identifica con l' assenza del sacro o la sua negazione, ma che si manifesta con la compresenza di più religioni senza approfondimento, in una disponibilità a forme di religiosità e di credenze di vario tipo, che però non incidono sulla propria vita". Per questo il pontefice rilancia il valore della Ragione e della sua autonomia e sottolinea che Dio ha creato e voluto l' uomo dotato di capacità intellettuale. è dall' inizio della Creazione che l' uomo è un essere raziocinante, homo naturaliter philosophicus, naturalmente orientato alla ricerca dei significati. Per Giovanni Paolo II, "Chi sono? Perché sono? Chi sta sopra di me?" sono domande filosofiche spontanee, primarie, che appartengono alla natura umana e precedono la teologia. (Ed è giusto che sia così). Per questo motivo è illusorio pensare a uno sviluppo della civiltà senza filosofia. Una società che non si pone domande, va verso la rovina. Teologia e filosofia. Wojtyla ne descrive il rapporto come qualcosa di intimamente connesso, ma non come nel Medioevo, quando si parlava di "filosofia ancella della teologia". Per il Papa esiste fra le due discipline un movimento circolare, un po' come avviene con la circolazione del sangue nel corpo dell' uomo. La teologia ha bisogno del pensiero filosofico, la teologia deve incoraggiare l' uomo a porre domande. E ancora, la comprensione delle filosofie elaborate dalle differenti culture è essenziale all' inculturazione del vangelo in ogni angolo del pianeta. Per questo l' educazione filosofica è necessaria alla formazione di preti e teologi, che vengono invitati a studiare e conoscere il patrimonio di pensiero dell' umanità. Traspare dalla bozza dell' enciclica la preoccupazione di Giovanni Paolo II che i futuri preti, i religiosi, i laici impegnati nella Chiesa non crescano ad una scuola generica in cui si mescolano ecletticamente sociologia, psicologia, storia e "scienze umane". I preti del Duemila papa Wojtyla li vuole solidamente formati ad una scuola di rigore metodologico nel pensare, insomma formati dalla filosofia. Grande apertura. Il pontefice non ripropone una dottrina filosofica ufficiale per la Chiesa cattolica come avveniva prima del concilio Vaticano II, quando il neo-tomismo era verità obbligatoria. Wojtyla stesso fu tra i primi a misurarsi da prete e da vescovo con altre correnti del pensiero moderno come la fenomenologia di Max Scheler. Perciò adesso il Papa invita a un grande rispetto per la produzione filofica, non pone limiti a nessuna corrente di pensiero, invita anche all' approfondimento di quelle correnti, come le dottrine filosofiche dell' Oriente, che l' eurocentrismo occidentale ha per tanto tempo trascurato (ma senza cedimenti alla genericità della New Age). La Chiesa, fa capire il Papa, non condanna nessuna corrente filosofica. Però non tutto ciò che è utile sapere e studiare, può essere inserito nella dottrina cattolica. I teologi non devono fare confusione, sono esortati a saper "discernere" e alla gerarchia ecclesiastica resta il compito di vigilare perché non si realizzino deviazioni. Il pensiero corre al giudizio di Wojtyla su Marx. Il pontefice apprezza i "grani di verità" contenuti nel suo pensiero, ma considera provvidenziale che la Chiesa si sia schierata contro le aberrazioni del sistema comunista sovietico. La Verità ultima. Nel rapporto circolare, dialettico, tra fede e ragione Giovanni Paolo II riconosce sfere autonome. La ragione ha il suo percorso per arrivare alle verità, che costituiscono la risposta agli interrogativi esistenziali. Ma la Verità ultima viene solo dalla fede e dalla Rivelazione. A Wojtyla preme che la filosofia non si chiuda per principio alla trascendenza. Una filosofia "separata" dalla Rivelazione rimane fuori dall' orizzonte del credente. Nel mondo contemporaneo c' è un pericolo che il cristiano deve contrastare: il pericolo che si affermi la negazione di Dio e si trasformi l' uomo in pseudo-divinità. Percorrere questa strada significa rischiare che alla fine l' uomo diventi solo strumento di altri esseri umani, oggetto di manipolazione da parte di poteri economici e politici. Anche per questo il pontefice esorta gli uomini di Chiesa a tornare ad essere "pensatori" come i loro predecessori. Il lavoro continua. Stendere un' enciclica è un' impresa laboriosa. Per la Veritatis Splendor furono necessarie sette bozze. La traccia iniziale può essere rovesciata come un guanto. Ma chi collabora con il Papa afferma sin d' ora che l' enciclica sarà un potente incoraggiamento alla ragione dell' uomo, creato (come proclamò san Gregorio Nisseno) "senza padrone e libero, governandosi autocraticamente con il suo volere". - di MARCO POLITI


3 commenti:

Anonimo domenica 1 marzo 2009 alle ore 13:07:00 GMT-6  

W IL PAPA RE!!!!!W LA SANTA RELIGIONE CATTOLICA E L'INTRAMONTABILE VATICANO!!!!!
Paolo

Federico Zuliani martedì 3 marzo 2009 alle ore 04:27:00 GMT-6  

Nn condivido, ma rispetto.

BIO giovedì 12 marzo 2009 alle ore 02:08:00 GMT-6  

Giovanni Paolo II è stato un grande Papa, senza dubbio a suo modo "rivoluzionario" e passerà alla storia come uno dei papi più amati dalla gente.

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sono un tipo socievole e grande appassionato di politica ed in genere di tutto quello che può far accrescere il proprio bagaglio culturale, sempre pronto a imparare da tutti e sempre pronto a confrontarsi con tutti, mi ritengo un'idealista,forse troppo a volte ma in questo periodo di poco idealismo mi tengo stretto questo lato del mio carattere. da poco sono entrato a far parte del partito "La Destra" e vado orgoglioso di questa mia scelta..anzi..se volete condividere con me questo impegno,anche per il nostro territorio contattatemi all'indirizzo mail ladestralegnago@virgilio.it