SULLA VIOLENZA


CIAO A TUTTI AMICI LETTORI!!LASCIO AI VOSTRI COMMENTI UN ARTICOLO DELL'AMICO PAOLO CHE TRATTA PROPRIO DEI FATTI DI ROMA AVVENUTI DOMENICA...SENZA GIUSTIFICARE ALCUNA VIOLENZA VOGLIAMO ANDARE A MONTE DI QUESTA ESASPERAZIONE?? A VOI!! ALLA PROXXXXXXXXXXXXX!!!!!






Ho sempre diffidato degli iprocriti e degli stupratori del pensiero. I fatti sono noti: le “violenze” che hanno scandito il fine settimana di metà Ottobre nella Città Eterna e, di routine, gli organi che dovrebbero informarci e che, puntualmente, hanno mirato al dito (appunto la violenza dei black bloc) ma non alla luna (chiedersi il perchè c'erano migliaia di persone in piazza).
Le rivoluzioni e gli ammassamenti di folla sono sempre state violenza allo stato brado, sanguinose, schizofreniche, crude. La storia è maestra di soprusi e violenze. Dalle massicce ribellioni dei cristiani contro i popoli politeisti nel mondo classico, per giungere alle tre celebri rivoluzioni che hanno segnato il sorgere dell'epoca “moderna”: la “Gloriosa Rivoluzione inglese”, l'indipendenza Americana e la mitica“Rivoluzione Francese”, sono state segnate da crimini atroci, morte, distruzioni, lacrime, sangue, stupri e atti diabolici. Piaccia o meno, lo scheletro con cui è stato forgiato il tempo ed il modo di vivere civico e politico che da un paio di secoli ha fatto scena nel teatro dell'Occidente, la forma democratica di governo, è sorta con le teste mozzate, con i Robespierre in piazza (dati alla mano ha fatto più morti del peggiore Black Bloc “spacca vetrine”), la Vandea e le chiese date alle fiamme. Lo stesso dicasi per il decantato (giustamente) Risorgimento Italiano: stiamo celebrando il 150° esimo anniversario dell'espropriazione degli oltre 57.243 ordini religiosi, dell'assassinio di 266.370 borbonici, di 23.013 militari sardi uccisi e più in generale di oltre un milione di morti, questo il costo della conquista militare del Sud. I filantropi della domenica, quelli che non hanno mai aperto un libro di storia (neppure un Bignamino) in vita loro, vorrebbero le rivoluzioni e le sommosse di popolo in stile francescano, quasi delle marce della pace. La verità, parlando schiettamente, è che la gente quando ha fame e vessa in condizioni di estremo bisogno non può scendere nelle vie e nei rioni con l'atteggiamento di un Gandhi o di un monaco buddista. Se l'italiano è ancora in voga in questa piccola colonia dell'impero usuraio e bancario a stelle e strisce, le “rivoluzioni”sono definite tali poiché s letteralmente in essa, caturisce l'idea di una violenza popolare che fuoriesce dalla legalità preesistente e l'idea di ri-creare, ri-fondare la legittimità del potere comunitario secondo nuove regole. Quando si sogna di fare “tabula rasa” della vecchia società (dell'Ancien régime, detta all'illuminista) è difficile risolvere il tutto come in una pallosa riunione di soci di banca. La società illuminista, uscita da una violenza paranoica, ha l'arroganza di amalgamare il tutto e di debellare, a priori, la violenza e l'aggressività. Pura utopia! La violenza sociale è un tassello della sfera pubblica. Sul tema dell'aggressività ci viene in soccorso il censuratissimo Massimo Fini:” tutte le culture primitive sapevano benissimo che il problema della violenza non era quella di sopprimerla, cosa impossibile e pericolosa, ma di incanalarla e ritualizzarla”. Fini ci parla della festa del potlach, della guerriglia ritualizzata che dava uno sfogo, controllato, alla violenza. Presso gli Ashanti era d'uso, una volta all'anno che si potesse insultare chiunque, sovrano compreso. L'aggressività e la violenza sono una parte imprescindibile della nostra vita: nascere, procreare e morire sono atti assolutamente violenti, dunque umanissimi! Ovviamente il mio non è un manifesto sulla violenza; non era un “violento” Thomas Hobbes quando affermava:” Homo, homini, lupus”; sostengono semplicemente che più di interrogarsi sulla “violenza” bisogna riflettere , se si vuole costruire una società dignitosa e “civilmente violenta” sulle motivazioni che portano alle manifestazioni della violenza e a migliaia di cittadini accalcati lungo la strada. È futile e inutile quell'inchiostro adoperato dai quotidiani per descriversi le ultime manifestazioni “violente”; sarebbe come voler debellare la morte: la violenza è nata e morirà con il genere umano. Occorre, da buoni medici civici, ascoltare i sintomi della società e prevenire le forme più recalcitranti e devianti di violenza. Disquisire unicamente sulla nuda violenza e sui suoi protagonisti e disinteressandosi ciecamente delle cellule motivazionali che hanno partorito taluni atteggiamenti sociologici rassomiglia, per chi gestisce la cosa pubblica, a quel re nella Rivoluzione francese che informato della presa della Bastiglia tratta la rivoluzione come fosse una rivolta ed alla fine gli tagliano la testa.

Paolo Cecco

"Thank you and Goodbye" In memoria di News of The World (1843 - 2011)

VI LASCIO L'INTERESSANTE ARTICOLO DELL'AMICO PAOLO...A VOI I COMMENTI!!!




Uno spettro si aggira sull'isola di Albione: quello della censura del pensiero e della libertà di stampa.
Il News of World, tabloid britannico nato nel 1843, Domenica 10 Luglio 2011 ha cessato di pubblicare le sue celebri inchieste e campagne di gossip. “Tank you and Goodbye” è stato l'ultimo editoriale partorito in Via Thomas More poi il chiassoso, gelido, irriguardoso silenzio. Il motivo della siffatta decisione è conosciuto ai più: lo scandalo è quello delle intercettazioni telefoniche abusive e della corruzione degli agenti di polizia per avere informazioni riservate sull'èlite britannica (politici, personaggi dello spettacolo e dello sport) oltre che sulle vittime degli attentati del 2005. Certamente una condotta irriguardosa, irrispettosa, vomitevole ma mai così disumana da richiedere un Piazzale Loreto per il giornale e per il suo editore: il magnate autraliano Rupert Murdoch. Per la prima volta dalla Seicentesca Gloriosa Rivoluzione, anche l'Inghilterra ha conosciuto la censura e la gretta chiusura dei giornali: la quinta colonna della libertà individuale e sociale. Rattrista ammetterlo, specie perchè è quasi passato inosservato il gesto, ma Domenica 10 Luglio, il mondo “occidentale” ha vissuto una Pearl Harbor dei diritti, voltando di netto le spalle alla sua nobile eredità culturale, morale, intellettuale. In piena tirannia tecnocratica-finanziaria, è stato stroncato uno dei secolari baluardi su cui i nostri antenati hanno fuso ed originato l'occidente e la mentalità occidentalista: la libertà di espressione e di pensiero. “Se tutti gli uomini, meno uno, avessero la stessa opinione, non avrebbero diritto di far tacere quell'unico individuo più di quanto ne avrebbe lui di far tacere, avendone il potere, l'intera umanità”. Così scriveva due secoli fa John Stuart Mill, padre del Liberalismo e della Modernità. Gli inglesi hanno riposto i John Stuart Mill e i Montesquieu “Le lettere Persiane” a marcire nella polvere e nella soffitta del dimenticatoio; forse è più utile seguire quel grigiore relativista o quei dicktat da Banca Centrale Europea, che ci fanno scordare di chi ha gettato le norme basilari del quieto vivere in società ritenute“civili e liberali”. “Impedire l'espressione di un'opinione”- riprendendo ancora il saggista anglosassone-”significa derubare la razza umana”. Domenica i pronipoti di Mill hanno derubato l'umanità di un brandello di concetti, sensazioni, riflessioni: magari inconciliabili, violenti, schizofrenici ma si trattava pur sempre della dignità di espressione e di pensiero di una buona fetta (l'ultima copia ha venduto più di cinque milioni di copie) di lettori europei. Murdoch è una figura scomoda, invidiata, quasi indigeribile nell'epopea dove tutto brucia e consuma. Murdoch può rassomigliare a quel capitano (di origine ebrea) dell'esercito francese, Alfred Dreyfus, indigesto in una nazione a quel tempo fortemente antisemita e razzista. Dunque, anche per il potente australiano, dopo questo oltraggio ad un diritto della nostra civiltà, occorre gridare a pieni polmoni il nostro sacro “J'Accuse”. Abbiamo il dovere di denunziare la nostra ferma accusa nei confronti di un evidente sopruso intellettuale: il porre un bavaglio ad un organo di stampa. Quando chiude un giornale si getta un'ombra sull'intera umanità. “La libertà di espressione” viene definita da Mark Twain come “un privilegio dei morti”, una prerogativa di cui da vivo nessuno realmente gode. Tantomeno i giornalisti. Per Twain, la libertà di parola è peggio dell'omicidio:” questo a volte è punito, la libertà di parola lo è sempre quando viene esercitata”. Dobbiamo dare ragione a Twain, ancora oggi? Ha davvero un prezzo la libertà di poter dire e pensare quello che si vuole? Anche questo principio è stato svenduto al gran bazar della finanza e del conformismo? Urge riscoprire l'indignazione ed erigere inespugnabili muraglie per fare ricordare ai distratti contemporanei il valore e tutta la preziosità dei diritti inalienabili che hanno gettato le basi per il mondo moderno. Domenica non è stato sconfitto Murdoch, abbiamo perso tutti noi, e di brutto!

Paolo Cecco

Solidarietà a Verona

AMICI VI LASCIO CON UN'ARTICOLO DEL MIO AMICO PAOLO CHE ANALIZZA IN MODO OBIETTIVO COME VIENE TRATTATA LA TIFOSERIA DELL'HELLAS E LA CITTA' DI VERONA...TROPPO SPESSO BISTRATTATA OLTREMODO...CON CIO' NN SI VUOLE GIUSTIFICARE GLI EPISODI DI VIOLENZA MA RILEVARE 2 PESI E 2 MISURE NELLE NOTIZIE DEI MEDIA QUANDO SI TRATTA DI VERONA E DELL'HELLAS VERONA!!!GRAZIE AMICO MIO!!!




Solidarietà a Verona

Subito una premessa: non sono un tifoso “fazioso” veronese di parte, sono da sempre un cuore granata (sponda Toro). Ciò non mi esime nel portare la mia attestazione di solidarietà e vicinanza non solo alla squadra Hellas Verona, ma ai giornalisti de l'Arena nonché ad un'intera città: quella del mio capoluogo. Mi sarebbe piaciuto aver visto i democratici e scalfariani mass media se l'Arechi anziché nell'idilliaco e bonaccione “Sud” si fosse trovato alle porte di Piazza Bra. Salvati o cielo! Si sarebbero spesi fiumi d'inchiostro per denigrare la “Violenta Verona”, si sarebbe assistito al via vai di sociologi, psicologi, tronisti e nullatenenti pronti, come caimani, ad analizzare il tifo giallo-blù e scagliare le pietre sui cittadini di una delle più civili e deliziose città del Belpaese. La verità, piaccia o meno, è che Verona e i “Butei”dell' Hellas sono figli di un dio minore: i loro “buu” sono più udibili di quelli della curva parmense, le loro “baruffe” sono da sbattere in prima pagina rispetto a quelle dei tifosi blu-cerchiati o bianconeri. Sul Verona e su Verona esiste da molto tempo una viscida cappa di ipocrisia, una gran brutta bibliografia ed un cinico giornalismo che predilige il tifoso ed il cittadino scaligero, violento, fanatico, quasi animalesco. All'Arechi è successo di tutto: giornalisti minacciati, fumogeni lanciati in aeroporto, pugni, sputi, sberle, addirittura una intera squadra e più di mille tifosi assediati nello stadio. Mi chiedo se i giornalisti de “L'Arena” hanno ricevuto attestazioni di stima e solidarietà magari dai loro colleghi i democratici e pacifisti de “La Repubblica” o de” Il fatto quotidiano”. ah..allora va bene la censura, ecco che emergono i distinguo: se si parla di Salerno (come di Udine o Parma..non ne faccio una questione geografica) non bisogna sputtanare tutta la città, si deve parlare di “un gruppo isolato di teppisti”. Mi piacerebbe che quei soloni, per una volta, trovassero un minimo di dignità personale e si scusassero con le istituzioni, con i loro colleghi e con tutta la cittadinanza veronese per le infinite vomitate che hanno riversato sui colori, sulla storia e sulla civiltà di Verona e dei veronesi.

Quel che resta dell'esistenza

BUONGIORNO A TUTTI AMICI LETTORI!!VI LASCIO CON UN ARTICOLO DELL'AMICO PAOLO CHE HO PIACERE DI CONDIVIDERE CON VOI!!!GRAZIE AMICOOOOO!!







Cosa resta dell'esistenza? Qual'è la misura che ci garantisce di aver
vissuto
una “dignitosa”  “piena” ed “onesta” vita?  Questi, in sintesi, sono i
quesiti
che hanno richiamato la mia attenzione negli ultimi giorni. Sia per inteso:
mi
sono permesso di buttare di getto due righe sul giornale, non certo per
impastare la Vostra lieta lettura di pedanti trattati filosofici, niente
grandi
sistemi, niente manuali, né filosofi parrucconi.  Nulla di così alto
concettualmente. Siamo su un'altra strada. Anche perchè, lo stimolo che mi
ha
portato a disquisire di questo inarrivabile argomento, l'ho avvertito
sbranando
le immagini di un pagliaccio. Mi riferisco a Ray Bolger, un discreto attore
e
ballerino celebre nei primi cinquant'anni del secolo scorso. Per tutti
l'indimenticabile “Spaventapasseri” del lungometraggio:“Il Mago di Oz” del
1939. Scorrendo  la galleria fotografia dedicata al nostro artista,
immediatamente mi ha folgorato una certezza: questo signore ha colto appieno
il
senso della vita. D'impeto ci si imbatte con un bel viso sorridente, che
trasuda energia da tutti i pori, poi eccolo alla batteria con lo sguardo
sornione, ed ancora immortalato con Judy Garland con gli occhi vivi, vispi,
che
sanno quello che stanno osservando. Ed ancora il suo raggiante sorriso: ride
in
tutte le immagini. Ride, ride ed ancora ride! Anche quando la Garland è
colta
con gli occhi pieni di spavento, il mento irrigidito, le mani vicine al
petto
quasi si stesse proteggendo da qualche male esterno o da qualche  invisibile
dolore interno. No, lo “Spaventapasseri” è tragicamente ridicolo anche in
questo frangente. Bolger è un “addomesticatore” della vita vita, in primis
della sua vita. Nel microfilmato, l'attore racchiude tutti i principali
stati
d'animo che colpiscono una persona (dolore, stupore, felicità, paura,
rabbia,
delusione)  in quell'atteggiamento unico di decisa spontaneità, di quasi
aristocratico candore spensierato. Bolger è riuscito a fare dell'ironia
sulla
vita. Contrariamente a quello che afferma un gigante del pensiero Blaise
Pascal
(almeno un filosofo fatemelo citare) e cioè che:” l'uomo è visibilmente nato
per pensare; qui sta tutta la sua dignità e tutto il suo valore” con tutto
il
rispetto dicevo,  io ritengo che solo quando raggiungiamo quella confidenza
con
la nostra esistenza, solo quando rispettiamo così immensamente la nostra
vita
che possiamo affettuosamente prenderla in giro (come le coccole tra due
vecchietti innamorati perdutamente) allora in quel momento abbiamo dato
dignità
al nostro essere carne temporanea, al  pagamento del nostro affitto su
questa
stella dell'universo. Bolger in quei frammenti cinematografici, è così
focosamente amante della sua vita che si prende infinitamente in giro. Sfotte
i
momenti più brutti, fa le pernacchie alle  inevitabili zone d'obra che
colpiscono ogni vita. Più che un attore sembra una sagoma di sé stesso: gli
altri recitano lui sta vivendo così spiritualmente che ci si chiede come è
possibile quest'approccio così intimo con Madame vita. Il suo più alto inno
alla vita è quell'immagine dove abbraccia l'uomo di latta, il leone senza
coraggio e la divina Garland: ha gli occhi chiusi dalla gioia, la bocca
spalancata piena di canto e melodie, le gambe in ebollizione di li a poco
garantirà una delle sue piroette. È in quel preciso momento che si sta
teologicamente sfottendo! È così ebbro di vita che può permettersi di
compiere
magistero di autoironia. Godiamoci davvero quest'esistenza!  Diveniamo più
spaventapasseri, non limitiamoci a vivere ma a fare le carezze alla nostra
vita!  Questa ironia, questa satira di noi stessi è davvero il nostro più
grande dono che possiamo lasciare ai posteri: significa che abbiamo così
dignitosamente vissuto tanto da metterci di fare una sonora risata,  una
gaffe
immortale, un eterna  e commuovente buffonata!

Paolo Cecco

I MAGNIFICI 150

“Una terra è esistita”. L'intelligenza, l'eroismo e l'umanità dei suoi figli
sono state faro per le genti di tutto il mondo di ogni epoca. Per omaggiare
la
Patria, in ricordo del Centocinquantesimo anniversario della Sua unità, ho
riportato i nomi di  Centocinquanta Grandi italiani. Uomini, donne di ogni
età
e di ogni estrazione sociale  irripetibili, irraggiungibili che hanno
portato
alto il nome del Belpaese dalla scienza, alle arti, dalla politica, alla
religione, se non addirittura sacrificando la loro preziosa vita per il
Sacro
suolo nazionale. A voi, dunque, lieti lettori questa parziale lista e fin
d'ora
non me ne volete male se ho goffamente tralasciato alcuni dall'elenco. Se ho
commesso errori  assicuro fin d'ora che non  sono stati viziati da cattiva
fede
o da malsane ideologie.  Ho voluto prendere in considerazione i nomi che
personalmente ritengo siano stati il cuore pulsante della Nostra identità.
Fari
eterni del Nostro  glorioso passato, dunque del comune cammino  futuro.
Buona lettura. Il mio augurio è che  ancor'oggi, questi nomi, questi volti,
queste storie possano farVi scalpitare il cuore, bagnare gli occhi,
illuminare
lo spirito, rincuorare la Vostra fede. Siamo Italiani. “Quella Terra esiste
ancora". Quella culla di scienza e conoscenza è ancora tra noi!
Viva La Patria! Viva gli Italiani!

Paolo Cecco

I MAGNIFICI 150

Leonardo Fibonacci: Matematico

Antonio Stradivari:  Liutaio

Luigi Lagrangia:  Matematico

Marco Polo:  Esploratore

Giuseppe Mazzini: Patriota e politico

Benedetto da Norcia: Monaco e Santo

Jacopo da Lentini: Poeta e notaio

Giovanni Caboto: Esploratore

Niccolò Machiavelli: Filosofo, scrittore e politico

Alessandro Volta: Fisico, inventore

Filippo T. Marinetti: Poeta, scrittore e drammaturgo

Maria Montessori: Pedagogista, medico

Amerigo Vespucci:  Esploratore e cosmografo.

Antonio Meucci: Inventore

Enzo Ferrari: Pilota, imprenditore

Guglielmo Marconi: Fisico, inventore

Michelangelo Merisi da Caravaggio:  Pittore

Giosuè Carducci: Poeta, scrittore

Giuseppe Verdi: Compositore

Antonio De Curtis (Totò):  Attore

Santa Rita da Cascia: Monaca agostiniana.

San Francesco:  Fondatore dell'ordine mendicante che da lui prese il nome.
Patrono  principale d'Italia.

Giacomo Puccini: Compositore.

Luigi Pirandello: Drammaturgo, scrittore e poeta italiano.

Francesco Petrarca: Scrittore e poeta.

Sandro Pertini: politico, giornalista, Presidente della Repubblica

Luciano Pavarotti:   Tenore

Padre Pio da Pietrelcina:   Religioso

Michelangelo Buonarotti: Scultore, pittore, architetto, poeta.

Alessandro Manzoni: Scrittore, poeta e drammaturgo.

Anna Magnani: Attrice teatrale e cinematografica.

Giotto di Bondone:  Pittore

Giuseppe Garibaldi: Generale, patriota e condottiero. è uno dei Padri della
Patria.

Sofia Loren:  Attrice

Rita Levi Montalcini: Scienziata e senatrice.

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino: Magistrati.

Federico Fellini: Regista e sceneggiatore.

Fausto Coppi: Ciclista

Giorgio Perlasca: Funzionario e commerciante.

Andrea Palladio: Architetto, scenografo italiano del Rinascimento.

Antonio Canova: Scultore

Julius Evola: Filosofo, poeta e pittore

Gabriele D'Annunzio: Scrittore, poeta, militare e politico italiano.

Il Grande Torino: La più forte squadra italiana di calcio della storia.

Giacomo Matteotti: Politico antifascista.

Ennio Morricone: Compositore

Ugo Foscolo: Poeta, scrittore

Antonio Salieri: Compositore

Indro Montanelli:  Giornalista

Benedetto Croce: Filosofo, storico, scrittore

Carlo Alberto Dalla Chiesa: Generale, prefetto e partigiano.

Publio Virgilio  Marone: Poeta

Gaio Giulio Cesare Augsto: Imperatore

Lorenzo De Medici: Signore della Firenze rinascimentale, letterato,
mecenate.

Giovanni dalle Bande Nere: Condottiero

Armando Diaz: Generale, Capo di Stato Maggiore del Regio Esercito. Duca
della
vittoria della Prima guerra mondiale.

Goffredo Mameli: Poeta, patriota, scrittore

Carlo Pisacane: Rivoluzionario.

Daniele Manin: Patriota.

Corpo degli Alpini: Il più antico corpo di fanteria di montagna più antico
al
mondo.

Renato Dulbecco: Biologo.

Archimede di Siracusa: Matematico, astronomo, fisico.

Niccolò Paganini: Violinista

Primo Levi: Scrittore.

Antonio Vivaldi: Violinista e compositore

Raffaello Sanzio: Pittore e architetto

Amedeo Modigliani: Pittore e scultore.

Donato di Niccolò di Betto Bardi (Donatello): Scultore

Giorgio da Castelfranco (Giorgione): Pittore.

Alberto da Giussano: Condottiero

Giordano Bruno: Filosofo, scrittore e frate domenicano.

Cicerone Marco Tullio: Scrittore, oratore, uomo politico.


Enrico Mattei: Imprenditore, dirigente pubblico

Irnerio: Giurista e glossatore.


Cesare Beccaria: Giurista, filosofo, economista

Alcide De Gasperi: politico

Sant'Bernardino da Siena: Religioso

Papa Celestino v: Pontefice

Giorgio Almirante:; Politico

Enrico Berlinguer: Politico

Alberto Sordi: Attore

Luigi Pirandello: Drammaturgo, scrittore

Rodolfo Valentino: Ballerino, attore

Tazio Nuvolari: Pilota

Vittorio Gassman: Attore, regista

Alessandro Malaspina: Esploratore, navigatore

Pietro Mascagni: Compositore e direttore d'orchestra

Evangelista Torricelli: Matematico, fisico

Carlo Rubbia: Fisico

Salvatore Quasimodo: Poeta

Eugenio Montale: Poeta, giornalista

Amerigo Vespucci: Navigatore, esploratore

Tommaso d'Aquino:  Teologo

Galileo Galilei: Fisico, filosofo, astronomo, matematico

Cristoforo Colombo: Esploratore, navigatore

Dante Alighieri: Poeta,scrittore, politico

Leonardo Da Vinci: Artista, scienziato, pittore

Giovannino Guareschi: Scrittore, giornalista

Tina Anselmi: Politica

Matilde Serao: Scrittrice, giornalista

Lucrezia Borgia:

Carlo Borromeo: Cardinale e Santo

Ludovico Ariosto: Scrittore, drammaturgo

Eduardo  De Filippo: Attore teatrale, commediografo

Carlo Goldoni: Drammaturgo, scrittore, librettista

l'Arma dei Carabinieri: La Benemerita

Vittorio Emanuele ii di Savoia: Sovrano

Papa Gregorio vii: Pontefice

Caio Giulio Cesare: Imperatore

Antonio Rosmini: Filosofo, sacerdote, monaco

Vincenzo Gioberti: Sacerdote, politico, filosofo

Alma Mater Studiorum Università di  Bologna: La più antica Università del
mondo occidentale

Virginia Oldoini (Contessa di Castiglione): Nobildonna

Matilde di Canossa: Contessa, duchessa, regina medioevale

Eleonora Duse: Attrice teatrale

Maria Goretti: Santa, martire

Rivoltosi dei Vespri Siciliani

Marcello Mastroianni: Attore

Claudio Monteverdi: Compositore

Riccardo Muti: Direttore d'orchestra

Don Lorenzo Milani: Sacerdote

Vittorio Alfieri: Drammaturgo, poeta, scrittore

Italo Calvino: Scrittore

Pier Paolo Pasolini: Scrittore, poeta, regista, giornalista

Tiziano Vecellio: Pittore

Gianlorenzo Bernini: Scultore

Andrea Mantegna: Pittore, incisore

Piero Della Francesca: Pittore, matematico

Adriano Olivetti: Imprenditore, ingegnere, politico

Pietro Mennea: Atleta

Silvio Pellico: Patriota, scrittore, poeta

Cesare Battisti: Politico, irredentista, geografo, giornalista

Carlo Cattaneo: Patriota, politico,filosofo

Padre Pino Puglisi: Sacerdote

Enrico Toti: Eroe

Giovan Battista Perasso (Balilla): Martire, patriota

Messalina

Bianca Maria Visconti

Beatrice d'Este

Vittoria delle Rovere: Granduchessa di Toscana

Mafalda di Savoia: Sovrana

Margherita di Savoia: Sovrana

Anita Garibaldi: Patriota

Norberto Bobbio: Filosofo, storico, politologo

Renzo de Felice: Storico

Scipione Maffei: Storico, drammaturgo

Giovanni da Verazzano: Esploratore, navigatore

Mario Capecchi: Genetista

Pierluigi da Palestrina:  Compositore

Gaetano Donizetti:  Compositore

Lettori fissi

Informazioni personali

La mia foto
sono un tipo socievole e grande appassionato di politica ed in genere di tutto quello che può far accrescere il proprio bagaglio culturale, sempre pronto a imparare da tutti e sempre pronto a confrontarsi con tutti, mi ritengo un'idealista,forse troppo a volte ma in questo periodo di poco idealismo mi tengo stretto questo lato del mio carattere. da poco sono entrato a far parte del partito "La Destra" e vado orgoglioso di questa mia scelta..anzi..se volete condividere con me questo impegno,anche per il nostro territorio contattatemi all'indirizzo mail ladestralegnago@virgilio.it