CIAO A TUTTI CARISSIMI LETTORI!!!!VOLEVO RIPRENDERE IL DISCORSO SULLA MANCANZA DI IDEOLOGIE E SULLO SCONTRO DESTRA - SINISTRA PARTENDO DAL POST SU VENEZIANI ED ARRIVANDO A QUESTA INTERVISTA A MASSIMO FINI IN CUI ARRIVA A FARE UNA DISAMINA SU QUESTO ANNOSO PROBLEMA CHE ORMAI CARATTERIZZA IL NOSTRO MONDO POLITICO...LA MANCANZA DI IDEE E SE MI PERMETTETE,IL "PAPOCCHIO"VELTRUSCONIANO PER CANCELLARE LE PICCOLE REALTA' PARTITICHE,DOVE MOLTO SPESSO SI RITROVANO ANCORA LE IDEOLOGIE CHE DAVANO UN SAPORE INTELLETTUALE ALLE TRIBUNE POLITICHE E AI VERI PROBLEMI DELLA GENTE...QUESTO MOSTRO VELTRUSCONIANO INVECE STA AMMAZZANDO QUEI POCHI VALORI CHE PERMANGONO...A VOI QUESTA INTERVISTA UN PO' DATATA MA PER CERTI VERSI PIU' CHE MAI D'ATTUALITA'!!!VI SALUTO E VI RACCOMANDO....COMMENTATE COMMENTATE COMMENTATE!!!!!ALLA PROXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX!!!!

Massimo Fini, questa volta voliamo alto: parliamo di ideologie, oalmeno di idee. O meglio: della loro triste mancanza. Quando un quotidianocomunista e colto come Il manifesto spiega che "Diego Della Valle è ilnostro bomber" (ossia: mister Tod's è la punta di lancia della sinistra) c'èda preoccuparsi...«La mancanza di idee non è un'esclusiva nostrana. Liberalismo emarxismo sono entrambi figli della rivoluzione industriale, sono cioè vecchidi due secoli, in un periodo in cui la storia ha corso come mai prima.Pensano di essere il top della modernità: il che è anche vero solo seconsideriamo la modernità assai invecchiata. Ecco: la modernità non èaffatto moderna, così destra e sinistra - che sono due facce della stessamedaglia che è la rivoluzione industriale - col tempo hanno finito colconfondersi l'una con l'altra. In Italia questo è assolutamente esplicito. Arileggere Il manifesto dei conservatori di Giuseppe Prezzolini si rimane distucco».Avevamo già accennato in passato al tema: la sinistra che fa ladestra, e viceversa.«Nel libro sono indicate le caratteristiche del conservatore e dell'uomodi sinistra: ebbene, i ruoli sono ormai ribaltati, i valori sono confusi,alcuni hanno "cambiato schieramento". Come introduzione al Il manifesto diPrezzolini è riportato un distico di Piero Gobetti: "Un partito conservatorepoteva compiere in Italia una funzione moderna indirettamente liberale inquanto facesse sentire la dignità del rispetto alla legge,......l'esigenza di difendere scrupolosamente la sicurezza pubblica, el'efficacia del culto delle tradizioni per fondare nel Paese una coesionemorale". Poi Prezzolini traccia il profilo di chi è conservatore e chi disinistra. Caratteristiche del conservatore: morale come principiofondamentale della condotta, pessimismo, libro come strumento culturale. Disinistra sono invece l'economia come norma generale dell'esistenza, ilmutare rapidamente e radicalmente, la ! televisione invece che il libro.Insomma, che dire: tutto è ri! baltato. Oggi, tanto per capirci, l'uomo didestra ha preso il business centro dell'esistenza, in perfetta linea conCarlo Marx che considerava sovrastruttura tutto ciò che non era economia».Dicevi che il venir meno dei criteri destra-sinistra è particolarmenteevidente in Italia...«È però una tendenza che vale per tutte le democrazie».Infatti. Penso agli Stati Uniti: la differenza tra democratici erepubblicani è infinitesimale.«Io, dall'Italia, non riesco sostanzialmente a coglierla. Ma intantonegli Usa esistono 35 milioni di poveri che non hanno alcuna rappresentanzapolitica. Il dato strutturale è: destra e sinistra sono categorie vecchie,che hanno perso col tempo la loro consistenza e qualsiasi ragion d'essere.Questo comporta una confusione di valori e disvalori che, scendendo per lirami, arriva fino alle vicende di questi giorni, alle scalate bancarie».Non ci sono più ideologie né idee, rimangono solo gli interessi.«L'ideologia è un sistema di valori coerenti. Quando scompare, larealtà si confonde. Di notte tutte le vacche sono nere».Destra e sinistra sono categorie che necessitano di essere aggiornateo sono proprio da buttare?«Sono superate anche se non sono ancora del tutto obsolete. Io facciosempre un esempio: siamo su un treno che procede a velocità pazzesca, 800all'ora, anche chi viaggia in prima classe su comode poltrone viene comunquesballottato, giacché una delle imprese di questo sistema è quella di farstar male anche chi sta bene. Comunque: oltre a quelli di prima classe, c'èchi è in seconda, chi sugli strapuntini, chi nei corridoi, chi nei cessi,chi mezzo fuori dal finestrino e chi finisce proprio giù dalla scarpata.Dare una migliore e più equa sistemazione ai viaggiatori ha ancora una sensoe a questo pensano destra e sinistra, con le loro "ricette". Ma i problemidi fondo sono altri: dove sta andando il treno? I viaggiatori e imacchinisti hanno possibilità di determinarne la marcia, oppure il convoglioprocede per conto suo, come sembra? E poi: due secoli e mezzo fa abbiamopreso il treno giusto? Destra e sinistra non solo non danno risposta aquesti quesiti: si rifiutano persino di prenderli in considerazione, perchémettere in discussione il treno, ossia la modernità, significherebbe doverforse recidere le loro stesse radici. Per questa ragione non possono ovviarea un malessere profondo, che non ha niente a che vedere con certi discorsidel tipo: "Bisogna modernizzare il Paese". No, non bisogna modernizzarlo:bisogna s-modernizzarlo».Sono crollate le ideologie, ma sembrano mancare anche quei cervelliche possano prefigurare un futuro, o perlomeno spiegare il presente. Èquesta una causa o un effetto della generale "mancanza di senso"?«È più conseguenza che causa. Indubbiamente, ed è un dato di fatto,non c'è oggi un pensiero che pensi la modernità, non c'è una filosofia che"riempia" la politica come è sempre stato, da Platone e Aristotele, finoalla prima metà del Novecento. Oggi in Occidente manca il pensiero toutcourt».Manca un pensiero che spieghi la modernità, oppure che la superi?«Più semplicemente, un pensiero che pensi la modernità».E manca, in Italia, una qualsiasi politica culturale. Fa specie che ilpremier non stimoli una qualsiasi politica culturale anche solo attraversola grande casa editrice di sua proprietà, la Mondadori.«Qualche tentativo culturale - magari rozzo, ma ci ha provato - l'hafatto la Lega. A sinistra si continua a marcire e marciare su quel che restadel marxismo. Ma la povertà culturale di Forza Italia è disarmante.Berlusconi cita Paolo di Tarso come filosofo greco, parla di "Romolo eRemolo" facendo ridere un bambino di sei anni, figlio di una mia amica.Questa di destra - ossia Forza Italia, ma anche An - è una classe dirigentetotalmente distante dalla cultura. Guardiamo Alleanza Nazionale: ha fattofuori tutti i suoi pochi uomini con uno di spessore, da Domenico Fisichellaa Gennaro Malgeri, così come un attore pensante come Luca Barbareschi. Siamolontanissimi da! qualunque minima elaborazione».È curioso che questo avvenga mentre certo non mancano gli strumentiper superare la tradizionale egemonia culturale della sinistra. In questicinque anni la Cdl ha potuto disporre di giornali e televisioni, più o menodi proprietà del premier.«È quanto ribattevo anch'io, negli incontri durante i quali gliesponenti di quei partiti sostenevano che non avevano gli spazi necessari."Ma come - rispondevo - Avete in mano buona parte dell'industria culturale,non potete più tirar fuori un argomento di questo genere". Gli strumenticulturali ci sarebbero, ma non vengono per nulla utilizzati. La destra non ènemmeno stata capace di copiare quanto ha fatto il Pci, che investì sullacultura ottenendo moltissimi vantaggi: perché magari la cosa non porta votinell'immediato, ma serve parecchio nel lungo periodo».Non per una questione di par condicio... Ma mi sembra che anche nelloschieramento contrapposto, oggi, ci sia un grande vuoto. La sinistra avrebbedovuto ripensare se stessa all'indomani del 1989; non mi pare che l'abbiafatto.«Non so se ci abbiano provato - non pare nemmeno a me - ma era un'operazionedifficile. Nel momento in cui la sinistra ha accettato il libero mercato, hanegato la propria natura. Infatti oggi su quasi tutte le questionieconomiche le differenze tra i due schieramenti sono minime. E poiché inquesto sistema l'economia è fondamentale, destra e sinistra che non sidifferenziano su questo punto sono sovrapponibili nell'essenziale».È una sinistra che non ha più alcun senso?«Già, è una sinistra che non ha più alcun senso, così come non lo hala destra. La prima è morta con la caduta del marxismo, ma questo determinaanche la fine del capitalismo, poiché l'uno sorreggeva l'altro come learcate di un ponte. Anche il capitalismo non ha più punti d'appoggio, crollase non altro per eccesso di slancio. Devo dire che gli americani non hannoelaborato nulla dopo l'11 settembre, non hanno rallentato, invece di frenarehanno ulteriormente accelerato senza fermarsi a riflettere: strano, perchéGeorge W. Bush è una scimmia travestita, ma qualche valido pensatore gli Usace l'hanno».Quale sarebbe dovuta essere la riflessione?«Avrebbero dovuto capire che il conseguimento della loro metacorrisponderà con la fine loro, e di tutto sistema occidentale. Le Torrigemelle erano un simbolo per eccellenza, i greci avrebbero detto che non sidovevano sfidare gli dei in quel modo... Andava recuperato il senso dellimite, per esempio. Invece l'hanno perso ulteriormente. Ma in fondo è laconseguenza politica di un problema concettuale».In che senso?«Hanno perso il contraltare sovietico, hanno mano libera e acceleranola presa di possesso del mondo. Presto l'avranno tutto in mano. Ma il nostrosistema economico è basato sulle crescite esponenziali; nel momento in cuinon sarà più capace di espandersi per raggiunti limiti fisici, crolleràfragorosamente su se stesso. Io credo che qualcuno lo sappia, tra i padronidel vapore; ma penso che siano tutti nello stato d'animo del tipo après moile déluge (ossia: dopo di me il diluvio, frase pronunciata secondo latradizione da Luigi XV, ndr). Se avessero cultura potrebbero dire, con OscarWilde: "Cosa hanno fatto i posteri per noi?". Solo che stiamo andando a talvelocità che diventiamo posteri di noi stessi».Secondo te, quale intellettuale italiano avrebbe potuto ben raccontarela nostra realtà? Pasolini?«Pasolini aveva avuto molte intuizioni in questo senso. Mi viene inmente un suo discorso, quello celeberrimo delle lucciole: "Io darei l'interaMontedison per una lucciola". Pasolini fu uno strano intellettuale:collocato a sinistra, era in sostanza un anti-modernista. Da qui, e anchedalla sua omosessualità, le sue mille difficoltà col Pci, dove pure allafine rimase perché, come dicevo, i comunisti sono sempre stati molto attentia far propri gli intellettuali più interessanti».A spese della Dc...«...che peraltro aveva operato una scelta importante, aveva infattimesso le mani sulla televisione impostandovi una politica culturale molto,molto valida. Poi la riforma ha spazzato via tutto».Intellettuali di riferimento, una tv degna: mancano davvero, al nostroPaese.«Teniamo però conto che l'intellettuale di riferimento, umanista,onnicomprensivo, il maître à penser, è scomparso ovunque. Pensiamo acinquant'anni fa: in Germania c'erano Thomas Mann ed Hermann Hesse, inFrancia Jean-Paul Sartre e Albert Camus, in Inghilterra Bertrand Russel,Benedetto Croce o Arturo Carlo Jemolo e poi Pasolini, che è stato l'ultimoin ordine di tempo. Questo tipo di intellettuale scompare anche perchécresce la specializzazione, ossia avviene quel che accade anche in medicina:un medico sa curare in modo meraviglioso il dito mignolo, ma non si accorgedel complesso del paziente. È il dramma della cultura occidentale: con larazionalizzazione e la settorializzazione, ha perso la visione d'insieme.Cura la singola patologia, ma non il corpo malato».Se questo è il quadro, il futuro è poco incoraggiante.«Direi di sì. Prima c'è stata la morte di Dio, sostituito dalleideologie, che hanno comunque dato speranza a milioni di uomini, hannoregalato loro una carica valoriale. Poi noi abbiamo perso anche quelle;nello stesso tempo ci troviamo però di fronte un mondo islamico che èstracarico di valori, talmente da diventare spesso liberticida. Da noi, percontro, ormai non esiste più alcun valore che venga considerato meritevoledel sacrificio della vita. Il nostro obiettivo profondo è quello di cambiareuna Punto con una Bmw. Non si può vivere di queste cose, non si vive di solopane».Parli di un mondo islamico "stracarico di valori". Tu assegni allaparola valori un significato necessariamente positivo? Te lo chiedo perchénon credo che tutti i "valori" del mondo islamico siano da elogiare...«Voglio spiegarmi bene. Credo che i valori non esistano: poiché non c'èun Assoluto cui fare riferimento, non si può fare una gerarchia t! ra ciòche è bene e ciò che è male. Detto questo, i valori sono le illusioni, lecredenze, i sogni degli uomini, senza i quali un individuo non può vivere,né una società stare insieme. Serve sempre un quantum di illusionicondivise. È cosa per pochi vivere un'esistenza senza valori. In genereanche chi ha una posizione come la mia vive come se i valori davveroesistessero».Per esemplificare ulteriormente: la ricchezza di valori nel mondoislamico porta ai kamikaze; la mancanza di valori in Occidente porta aGiovanni Consorte.«L'esempio funziona. Insieme a un radicalismo del senso (che porta adazioni liberticide), esiste anche un radicalismo del non-senso, nel qualenoi siamo implicati fino in fondo».Tu preferisci il primo«Certamente. Ti racconterò un episodio. Sono stato in Iran, l'ultimavolta, nei giorni di Salman Rushdie; vi ho trascorso un paio di settimane,ho visto una realtà dura, da dopoguerra, con polizia ovunque, controlli,valori forti e contraddittori. Quando ho preso l'aereo per tornare, erocontento di rituffarmi nell'Occidente, in Italia, nel cosiddetto mondolibero. Come ho messo piede a Fiumicino, sono stato accolto dalle novità suGigi Sabani e, come ultimo esempio di intelligenza, Gino Paoli che a sessant'annicantava ancora: "Che cosa ne farò della mia libertà". Mi è subito venutavoglia di tornare a Teheran. Come ho scritto: più dell'orrore, mi fa orroreil nulla».

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sono un tipo socievole e grande appassionato di politica ed in genere di tutto quello che può far accrescere il proprio bagaglio culturale, sempre pronto a imparare da tutti e sempre pronto a confrontarsi con tutti, mi ritengo un'idealista,forse troppo a volte ma in questo periodo di poco idealismo mi tengo stretto questo lato del mio carattere. da poco sono entrato a far parte del partito "La Destra" e vado orgoglioso di questa mia scelta..anzi..se volete condividere con me questo impegno,anche per il nostro territorio contattatemi all'indirizzo mail ladestralegnago@virgilio.it