LETTERA NUMERO 3
Cari amici Nel ricordare per la prima volta da cristiano Oriana Fallaci, a due anni dalla sua morte, prendo atto con onestà e realismo che la sua libertà di pensiero, dote che anche i suoi più acerrimi nemici le riconoscono, è stata pari alla verità della realtà descritta, fatto che invece viene negato o contestato dai più. Io stesso mi sentivo contrariato quando scriveva: “L’islam è il Corano, cari miei. Comunque e dovunque. E il Corano è incompatibile con la Libertà, è incompatibile con la Democrazia, è incompatibile con i Diritti Umani. E' incompatibile col concetto di civiltà”. Eppure, all’indomani della mia conversione al cristianesimo lo scorso 22 marzo, ho scritto: “Ho dovuto prendere atto che, al di là della contingenza che registra il sopravvento del fenomeno degli estremisti e del terrorismo islamico a livello mondiale, la radice del male è insita in un islam che è fisiologicamente violento e storicamente conflittuale”.L’errore in cui incorsi fu di immaginare che l’islam potesse essere riformabile al suo interno grazie all’impegno dei musulmani moderati. Alla fine, dopo oltre cinque anni trascorsi condannato a morte dai terroristi islamici e reiteratamente minacciato dagli estremisti islamici, mi sono arreso di fronte all’evidenza: si può essere musulmani moderati come persone, ma non esiste un islam moderato come religione. Invece l’errore in cui incorse Oriana fu quello di non scindere la dimensione della religione da quella delle persone. Dalla netta e totale condanna dell’islam in quanto religione, dedusse la condanna implacabile e inappellabile dei musulmani in quanto persone. Si tratta di un passaggio arbitrario perché le persone non sono mai la trasposizione automatica e acritica della religione, bensì la sintesi della complessità del rispettivo percorso individuale, familiare, comunitario, nazionale, educativo, economico, culturale, politico; così come le persone non sono dei cloni che formano meccanicamente un blocco monolitico. Cari amici, Sono stati i fatti a imporsi e a dar ragione ad Oriana. All’indomani della sua morte il 15 settembre 2006, scrissi sul Corriere della Sera: “Per quelle coincidenze apparentemente fortuite ma che racchiudono chissà come un segno del destino, la morte di Oriana ha coinciso con l' esplodere della nuova «guerra santa» islamica scatenata contro il Papa. Quasi una tragica testimonianza della veridicità della denuncia, sonora e inappellabile, dell' incompatibilità di questo islam e di questi musulmani con la civiltà e l' umanità dell' Occidente. Che Oriana aveva assunto come fede e missione da diffondere ovunque nel mondo nell' ultima fase della sua esistenza terrena profondamente segnata dal trauma dell' 11 settembre, vissuto in prima persona dalla sua abitazione newyorkese. E che nel giorno dell' addio si conferma come un dato di fatto con cui, piaccia o meno, tutti noi dobbiamo fare i conti. E' come se una misteriosa giustizia trascendentale, lei che si professava atea di cultura cristiana, avesse voluto premiarla con un' onorificenza indelebile, riscattando in extremis il suo messaggio dalla pesante cappa di diffamazione e condanna sotto cui giaceva, per presentarcelo in una luce a tal punto fulgida, da disarmare e mettere fuori gioco tutti i suoi critici e oppositori. Perché oggi più che mai possiamo toccare con mano la realtà dell' Eurabia, contro cui si era lungamente spesa Oriana, ovvero di un' Europa a tal punto infiltrata e soggiogata dagli interessi e dall' avanzata degli estremisti islamici, da non essere più in grado di risollevarsi, di reagire, di affermare i propri valori e la propria identità collettiva. Perché oggi più che mai appare con grande evidenza la fragilità, per non dire l' inconsistenza, del mito dell' islam e dei musulmani «moderati», una realtà che evapora e si dissolve nel momento in cui i «duri e puri» suonano la chiamata alle armi per combattere il nemico dell' islam di turno, ora tocca a Benedetto XVI, compattando un fronte che nel suo apparente monolitismo non lascia spazio alcuno alla distinzione tra le posizioni degli uni e degli altri, legittimando la condanna indiscriminata dell' insieme dell' islam e dei musulmani”.In un successivo ricordo di Oriana pubblicato da Magazine del Corriere della Sera, lo iniziai rammentando il rapporto di amicizia e di affetto che ci accomunò nel 2003: “Davvero, quando avrò (bene o male) concluso questo lavoretto, la primissima copia sarà per te. Più ti leggo, più ci penso, più concludo che sei l’unico su cui dall’alto dei cieli o meglio dai gironi dell’inferno potrò contare. (Bada che t’infliggo una grossa responsabilità)”. Era l’ottobre 2003. Da New York Oriana mi riservava parole affettuosissime mentre era tutta intenta a scrivere “La forza della ragione”. Un’amicizia che lei aveva intensamente ricercato, chiamandomi di persona a casa, intrattenendomi per ore al telefono, facendosi scrupolo di non creare problemi a mia moglie, chiedendomi con grande attenzione notizie sui miei figli. Un rapporto intenso alla cui base c’era un’enorme stima che lei aveva deciso di manifestare apertamente. Il 24 settembre 2003, il giorno in cui sul Corriere comparve una mia inchiesta dal titolo “I soldi delle moschee per i fanatici di Allah”, Oriana mi scrisse di proprio pugno un messaggio in inglese che mi fece pervenire via fax: “L’ho letto e ti ho amato. Ti ho anche odiato perché, Dio mio, era esattamente quello che (senza le tue informazioni) stavo scrivendo. Mi sono sentita un po’ derubata. Ma poi ho detto: meglio così. Non importa. Meglio così. E ora ti dico vai avanti. Senza lasciare che loro ti intimidiscano (lo faranno). Al contempo, per favore, fai attenzione. Fai quel che faccio io, ovvero quello che mia madre mi ha sempre detto: (in italiano) devi avere gli occhi nel culo. Credimi. So di che cosa sto parlando. Da due anni vivo quell’incubo. (in italiano) A tal punto che quando vado dall’oculista mi esamina la cornea dalle parti basse. Inoltre ho ricevuto i tuoi libri. Ieri. Grazie anche per quelli. E per le dediche affettuose. Non posso leggerli ora. Sto lavorando sodo con una scadenza mortale. Non ho nemmeno il tempo per respirare. (ammesso che avessi tempi i miei polmoni ormai sono andati). Ma lo farò certamente non appena l’incubo sarà finito. Nel frattempo ti mando la mia benedizione. Puoi accettare la benedizione di un’atea? Dovresti. Secondo me è la benedizione migliore. E non dire mai, mai, mai che ti ho adottato. Potrebbe causarti molto male. Molto. Tanto affetto da quella che io chiamo la Vecchia Signora”. Nell’articolo di apertura del Magazine svelai come Oriana avesse pensato di scrivere un libro-intervista insieme a me, in cui io avrei dovuto intervistarla, e come invece il progetto naufragò: “La Oriana-Cassandra l’ho conosciuta prima nella sua casa di campagna tra le colline del Chianti, che si identifica da lontano per il tricolore esposto sul balconcino della sua stanza, da lei voluto dopo aver saputo della gloriosa morte di Fabrizio Quattrocchi che, nell’attimo in cui i terroristi islamici si apprestavano a infliggergli il colpo di grazia, tentò di rimuovere la benda agli occhi dicendo: “Ora vi faccio vedere come muore un italiano”. Poi con Oriana ci siamo rivisti nella sua abitazione milanese in via Statuto, a due passi dalla sede del Corriere della Sera in via Solferino. Era l’inverno del 2004. Aveva deciso tutto lei. Comunicandolo al direttore Stefano Folli. Che mi aveva rigirato la sua richiesta: intervistare Oriana per un libro che avrebbe dovuto affrontare con maggiore dialettica il tema cruciale dell’islam e del terrorismo islamico. Una scelta che indubbiamente mi lusingava. Ma che presto mi creò un’angoscia incontenibile, mi fece scoprire una dimensione nascosta nella personalità di Oriana e si concluse con la fine di un idillio.Mi colpì la sua tremenda solitudine. Che contrastava in modo flagrante con la sua straordinaria fama e crescente popolarità. Provavo per lei grande tenerezza. Le portavo del tè, dei biscotti e dell’acqua naturale. Lei ingeriva soltanto liquidi. Si preparava da sola una minestrina nella cucina attigua alla sua stanza, dove dormiva e scriveva. Era ridotta a ossa e pelle. Ma aveva una lucidità eccezionale e una vitalità irrefrenabile. Preparavo le domande per iscritto. Oriana le leggeva. Registravo le sue risposte. Andammo avanti per giorni. Registrai per ore ed ore. Passai nottate a sbobbinare l’intervista perché lei aveva fretta di leggere tutto e di rimettere mano sull’insieme. Un giorno arrivò la sorpresa: Oriana, falciandomi con uno sguardo gelido, mi disse che non andava affatto bene, che le mie domande erano aggressive, che la punteggiatura nelle sue risposte non era stata rispettata. Prese in mano tutto, rilesse tutto, ma non era per niente convinta. C’era qualcosa di fondo che non corrispondeva alla sua attesa. Mi chiese di avere i nastri della registrazione e mi fece giurare che avrei cancellato qualsiasi traccia della nostra intervista dal mio computer. Feci tutto ciò che mi chiese. Il nostro rapporto finì così. Successivamente uscì il suo saggio “Oriana Fallaci intervista Oriana Fallaci”. Presi atto del fatto che lei non ammetteva la dialettica, che le sue parole non potevano essere confutate, che le sue tesi dovevano apparire in modo inequivoco e ispirare delle certezze assolute”. In conclusione tributavo un sonoro omaggio ad Oriana: “Ebbene dobbiamo riconoscere che Oriana ha avuto l’onestà intellettuale e il coraggio umano di affrontare di petto la radice del male del nostro secolo, l’ideologia dell’odio in seno all’estremismo islamico, con l’etica professionale e la passione della scrittrice che non si tira indietro di fronte ai mostri sacri, che non esita a infrangere i tabù del perbenismo ideologico, offrendocelo con un linguaggio d’eccellenza, coinvolgente, pungente, irriverente, messianico. Oriana ha svolto un ruolo straordinario nel contribuire a formare un sentimento di riscossa civile e di orgoglio nazionale nell’era della guerra globale del terrorismo islamico, dell’ideologismo nichilista all’insegna dell’anti-americanismo e dell’anti-ebraismo, del pacifismo militante, pregiudiziale, egoistico e perfino violento. Come Cassandra, Oriana ha assunto il ruolo dell’avanguardia rivoluzionaria che sprona le masse a ribellarsi alle forze del male, a prendere nelle proprie mani il proprio destino, ammonendo dalle tragiche conseguenze di un eventuale cedimento. Come Cassandra ha avvertito l’Occidente che l’enorme cavallo di legno dell’estremismo islamico, ovvero l’insieme della rete delle moschee dove si predica l’odio, le scuole coraniche, gli enti finanziari islamici, sono un artificio per conquistarlo dall’interno. Come Cassandra, le parole di Oriana sono cadute nel vuoto. Né ha avuto esito migliore la sua predicazione contro l’aborto e la sperimentazione genetica, individuati come sintomi della crisi dei valori e della società occidentale. Nella consapevolezza che se l’Occidente non si riconcilia con la propria tradizione cristiana, di cui lei era orgogliosa pur professandosi atea, non riuscirà mai a riscattarsi dal nichilismo etico e a sconfiggere la minaccia dell’estremismo islamico. Sono due facce della medaglia della sfida epocale in cui Oriana si è spesa con generosità fino all’ultimo dei suoi giorni”.Grazie carissima Oriana. Ti amo ricordare come la donna dal corpo gracile e dall’anima solida, che ti lasciavi accarezzare, stringere la mano e baciare sulle guance. Mentre tu eri sempre in pensiero e i tuoi occhi vagavano a 360 gradi, io percepivo la tua profonda solitudine. Mentre tu eri sempre vigile a tutto ciò che potevi captare dalla lettura dei giornali o dalle conversazioni telefoniche con i pochi “eletti” da te selezionati, io percepivo il tuo desiderio profondo di un contatto autentico con le persone in carne ed ossa. Ti ho voluto sinceramente bene ed ora te ne voglio ancor di più. Ti stimavo tanto ed ora ti stimo al punto da ritenere un dovere civile valorizzare il tuo pensiero e difendere la tua memoria. Vivrai sempre nel mio cuore e nella mia mente. Io non ti dimenticherò mai. Magdi Cristiano Allam

16 commenti:

Anonimo martedì 2 dicembre 2008 alle ore 01:00:00 GMT-6  

Caro Davide, hai sentito che Magdi Cristiano Allam ha fondato un nuovo partito "protagonisti per l'Europa Cristiana"?
scelta coraggiosa, in un'epoca di relativismo culturale, anticlericalismo e dittatura valoriale.
Sicuramente il mio voto per le prossime europee andrà al coraggio (ricordiamo che il sig. Allam rischia la vita per questa sua scelta) di questa scelta.

Anonimo martedì 2 dicembre 2008 alle ore 01:04:00 GMT-6  

in ogni caso resta il mio "balzano"appoggio a tutti quei movimenti ideologicamente "massicci"; come Churchill appoggiò Stalin per sconfiggere il nazi/fascismo, resta il mio interesse verso tutti quei movimenti (i futuristi, Fiore, Ferrando, Le Pen, i post Haideriani, la vera destra e sinistra) che hanno ancora materia grigia in testa, che hanno idee da proporre..tutti uniti contro il NAZI/FASCISMO odierno: il relativismo e la dittatura della amoralità!!!un abbraccio, Paolo

Anonimo martedì 2 dicembre 2008 alle ore 01:16:00 GMT-6  

Cari italiani, cari amici,

nella consapevolezza che la nostra Europa è in preda ad una deriva etica che si alimenta di una concezione materialista e consumista della vita; così come è prigioniera di una malattia ideologica naufragata nel nichilismo, relativismo, islamicamente corretto, buonismo, laicismo, soggettivismo giuridico, autolesionismo, indifferentismo e, sul piano più ampio della gestione sociale, nel multiculturalismo;

verificando giorno dopo giorno che questa Europa è destinata ad un inesorabile suicidio per il predominio a livello globale sul piano economico di un capitalismo selvaggio senza regole etiche e diritti umani che ha paradossalmente il suo paradigma nel regime della Cina comunista; in aggiunta alla crescente sottomissione sul piano dei valori e dell’identità all’arbitrio dell’estremismo islamico che strumentalizzando una concezione formale delle leggi, dei diritti, della democrazia e del dialogo ci costringe a subire la violazione dei principi basilari della civiltà europea cristiana e della nostra comune umanità; chiarendo che noi vogliamo convivere pacificamente e costruttivamente con i musulmani come persone, nel rispetto delle regole che valgono per tutti, ma non vogliamo essere costretti ad accettare l’islam come religione, Maometto come profeta e a legittimare la sharia come legge riconosciuta dal nostro stato di diritto;

il Partito Protagonisti Per l’Europa Cristiana si assume la storica missione di riscattarci sul piano personale e collettivo proclamando uno stato di emergenza etica, che consideri come priorità nazionale italiana e comunitaria europea la riscoperta, l’adesione e la difesa della nostra comune civiltà europea cristiana.

La civiltà europea cristiana è il contesto che rappresenta correttamente la verità storica delle radici giudaico-cristiane di un modello complessivo di civiltà che, recependo e assimilando ciò che di positivo e costruttivo è insito nel pensiero greco, romano, laico e liberale, ha consentito all’Europa di emergere come Nazione civile e prospera, custode dello stato di diritto e della democrazia, nonché promotrice dello sviluppo economico nell’insieme del mondo. L’Europa cristiana è pertanto essenzialmente il contesto di chiarezza e di certezza dei binomi indissolubili di Fede e Ragione, Libertà e Verità, Valori e Regole, che tutelano le persone di buona volontà che oggi sentono forte dentro di sé la necessità di acquisire una concezione etica della vita, per poter ridefinire qualitativamente l’insieme del proprio modello esistenziale e di progresso, indipendentemente dalla propria fede, cultura ed etnia, siano essi credenti o no, cristiani, ebrei, musulmani, buddisti, induisti, europei, orientali, americani o arabi. Proprio perché siamo animati da un autentico amore per il prossimo, chiunque esso sia, oggi più che mai siamo consapevoli che per poter elargire amore dobbiamo innanzitutto amarci, riconciliandoci con noi stessi e riscattando la nostra anima dal baratro della deriva etica.

La missione del Partito Protagonisti Per l’Europa Cristiana è di colmare il baratro tra materialità e spiritualità in un mondo globalizzato soltanto nella dimensione materiale della modernità ma che è in conflitto sui valori e le regole della spiritualità della modernità, realizzando un’Italia, un’Europa ed una Umanità di benessere, giustizia e pace a misura d’uomo, fondati su:
- il primato dei diritti fondamentali dell’uomo e dei valori non negoziabili che sostanziano l’essenza della nostra umanità;
- la fede nella sacralità della vita dal concepimento alla morte naturale;
- la considerazione della dignità della persona come il fondamento della civile convivenza;
- il rispetto della libertà di scelta a partire dalla libertà religiosa;
- il perseguimento del bene comune e dell’interesse generale;
- l’adesione alla verità che si fonda sui fatti oggettivi, assoluti e universali;
- la centralità della famiglia naturale nella costruzione sociale;
- il rispetto per l’autorità morale;
- il dovere dell’informazione oggettiva e responsabile;
- la salvaguardia della democrazia e del diritto sostanziale;
- l’indissolubilità di diritti e doveri;
- l’inviolabilità delle regole etiche, comuni e condivise;
- la garanzia della sicurezza personale e collettiva;
- il liberalismo economico e la solidarietà sociale;
- la sussidiarietà e la meritocrazia;
- la tutela e la valorizzazione dell’ambiente quale patrimonio dell’umanità.

Il Partito Protagonisti Per l’Europa Cristiana è portatore di una riforma etica qualitativa dell’insieme del nostro modello di progresso economico, dell’organizzazione sociale e della stessa concezione della felicità, che mette al centro la dignità della persona, affinché la materialità sia al servizio della persona e non viceversa la persona schiava della materialità, facendo prevalere la dimensione dell’ “essere” anziché quella dell’ “avere”. E’ in questo contesto che il nostro Partito propone delle soluzioni concrete ai problemi reali della gente sul piano economico, sociale e politico, dalla famiglia alla scuola, dalla salute al lavoro, dalla religione alla comunicazione, dalla democrazia alla sicurezza, dall’ambiente all’energia, dal turismo ai trasporti, dall’immigrazione all’integrazione.

Il Partito Protagonisti Per l’Europa Cristiana promuoverà un processo di formazione culturale, etica e politica affinché ciascuno di noi possa diventare Protagonista di Verità e Libertà, il binomio indissolubile che sostanzia il fondamento della civiltà europea; per ergersi a Testimone di Fede e Ragione, il binomio indissolubile che sostanzia il fondamento della civiltà cristiana; ed affermarsi come Costruttore di Valori e Regole, il binomio indissolubile che sostanzia la via del riscatto dalla deriva etica per realizzare la comune civiltà dell’uomo.

Cari italiani, cari amici,
- se anche voi sentite forte la necessità di mettere i valori e le regole al centro del percorso personale e collettivo in Italia, in Europa e nel Mondo;
- se anche voi volete partecipare in modo consapevole e responsabile a liberare il Tempio della politica, dell’economia, della cultura e della religiosità autentica da tutti i mercanti che ci hanno ridotto alla stregua di “cose” da sfruttare e poi abbandonare;
- se anche voi siete consapevoli che l’amore per il prossimo e la pace con le persone di buona volontà, che consideriamo il fulcro della civiltà dell’Europa cristiana, potranno essere realizzati con un dialogo sincero e costruttivo che non sia fine a se stesso, bensì fondato sul rispetto dei diritti umani assoluti e universali e la condivisione dei valori non negoziabili, perseguendo il traguardo del bene comune e dell’interesse generale;
- se anche voi ritenete che sia arrivato il tempo di andare oltre la denuncia di tutto ciò che attorno a noi non va, di porre fine alla deresponsabilizzazione che ci porta a delegare ad altri il compito di risolvere da soli i problemi di tutti, di impegnarci a fondo e in prima persona per costruire insieme un’alternativa etica e realistica, ebbene

Aderite al Partito Protagonisti Per l’Europa Cristiana!


Cari italiani, cari amici, Coraggio! Costruiamo insieme la Civiltà di Verità e Libertà, Fede e Ragione,
Valori e Regole!
Cari italiani, cari amici, Sì, noi siamo i Protagonisti e ce la faremo!


Magdi Cristiano Allam

signa martedì 2 dicembre 2008 alle ore 04:07:00 GMT-6  

condivido come te tutte queste idee!!!!!!!come ben sai anche tu sono anch'io favorevole a tutti quei movimenti che anno dei loro ideali il loro programma politico....e non basato sugli insulti o sugli slogan filo-obamiani o sui giochetti a nascondino o sulle corna o l'abbronzatura di un presidente..o peggio ancora utilizzando la piazza per offendere il Dio in terra coma ha fatto Di Pietro con la complicità dell'odiosa guzzanti e del criminale beppe grillo....un'appello a tutti i cittadini di BUONA VOLONTA':DISSOCIAMOCI DA QUESTO SCEMPIO VALORIALE E DIAMO VOCE A NOI PRIMA CHE QUESTI MENTECATTI POSSANO PRONUNZIAR PAROLA!!!!!GRAZIE FRATELLO!!!UN'ABBRACCIO!!!!

BIO martedì 2 dicembre 2008 alle ore 09:30:00 GMT-6  

Ciao Davide, pur NON condividendo in gran parti le tesi ed il pensiero nè di Oriana Fallaci nè di Magdi Allam ritengo comunque che loro siano tra le poche persone che al giorno d'oggi, piaccia o non piaccia, esprimono ancora, a loro modo, ideali e valori solidi, profondi e radicati. Non sono certo bandiere al vento, nani e ballerine (come Beppe Grillo...e company)vuoti e senza una identità ed uno spirito.
Sono comunque menti da preservare.

Federico Zuliani lunedì 8 dicembre 2008 alle ore 09:24:00 GMT-6  

Ke anke Magdi Allam si faccia il partitino personale dello zero virgola, sinceramente, nn la trovo una nota positiva. Penso avrebbe fatto meglio a continuare le sue battaglia nell'ambito culturale dei libri e degli articoli, invece ke diventare un "cespuglio" qualunque...

Anonimo lunedì 8 dicembre 2008 alle ore 11:34:00 GMT-6  

Per Federico:il significato della risposta del "cespuglio" di Allam,si trova nella dichiarazione(sottostante ti ho riportato il testo integrale) del primo volantino della Gloriosa Rosa Bianca (movimento cristiano controo la Germania Nazista) è Per un popolo civile non vi è nulla di più vergognoso che lasciarsi " governare" , senza opporre resistenza, da una cricca di capi privi di scrupoli e dominati da torbidi istinti. Non è forse vero che ogni tedesco onesto prova vergogna per il suo governo? E chi di noi prevede l' onta che verrà su di noi e sui nostri figli, quando un giorno cadrà il velo dai nostri occhi e verranno alla luce i crimini più orrendi, che superano infinitamente ogni misura?
Se il popolo tedesco è già così profondamente corrotto e decaduto nel più profondo della sua essenza, da rinunciare senza una minima reazione, con una fiducia sconsiderata in una legittimità discutibile della storia, al bene supremo dell'uomo che lo eleva al di sopra di ogni creatura, cioè la libera volontà, ovverosia la libertà che ha l'uomo di influenzare il corso della storia e di subordinarlo alle proprie decisioni razionali; se i tedeschi sono già così privi di ogni individualità, se sono diventati una massa vile e ottusa, allora sì che meritano la rovina. Goethe definisce i tedeschi un popolo tragico come gli ebrei e i greci, ma oggi questo popolo sembra che sia piuttosto un gregge di adepti, superficiali, privi di volontà, succhiati fino al midollo, privi della loro essenza umana, e disposti a lasciarsi spingere nel baratro.
Così sembra, ma non lo è. Ogni individuo è stato chiuso in una prigione spirituale mediante una violenza lenta, ingannatrice e sistematica; e soltanto quando si e , trovato ridotto in catene, si è accorto della propria sventura.
Soltanto pochi hanno compreso la rovina incombente, ed essi hanno pagato con la morte i loro eroici ammonimenti.
Si parlerà ancora del destino toccato a queste persone. Se ognuno aspetta che sia l'altro a dare l'avvio all'opposizione, i messaggeri della Nemesi vendicatrice si avvicineranno sempre di più; e allora anche l'ultima vittima sarà stata gettata senza scopo nelle fauci dell'insaziabile demone. Perciò ogni singolo, cosciente deUa propria responsabilità come membro della cultura cristiana ed occidentale, deve coscientemente difendersi con ogni sua forza, opporsi in quest'ultima ora al flagello dell'umanità, al fascismo e ad ogni sistema simile di stato assoluto.
Fate resistenza passiva, resistenza ovunque vi troviate; impedite che questa atea macchina di guerra continui a funzionare, prima che le altre città siano diventate un cumulo di macerie come Colonia, e prima che gli altri giovani tedeschi abbiano dato il loro sangue per ogni dove a causa dell'orgoglio smisurato di un criminale. Non dimenticate che ogni popolo merita il governo che tollera!

Da La legislazione di Licurgo e Solone di Friedrich Schiller
La legislazione di Licurgo è un modello di politica e psicologia in relazione al fine che si propone. Egli voleva uno stato potente, fondato su se stesso ed indistruttibile; forza politica e durata erano gli obiettivi a cui egli mirava, e questo fine lo ha raggiunto nel grado che era possibile nelle sue condizioni. Ma quando si raffronti lo scopo che si proponeva Licurgo, agli scopi dell'umanità, una profonda disapprovazione deve subentrare all' ammirazione che ci ha avvinti ad un primo superficiale sguardo. Ogni cosa deve essere sacrificata al bene dello stato non è mai in se stesso un fine, ma esso è importante solo come una condizione attraverso la quale può essere raggiunto il fine dell'umanità non è altro che l'espressione di tutte le risorse dell'uomo, il progresso. Se un ordinamento statale ostacola lo sviluppo di tutte quelle risorse che si trovano nell'uomo, se esso impedisce lo sviluppo dello spirito, esso è deprecabile e dannoso, per quanto possa essere elaborato e perfezionato nella sua forma. a sua stessa durata diventa più un motivo di rimprovero che di successo ; esso è solo un prolungamento del danno; infatti più dura nel tempo, più danni comporta.
...Il merito politico e l' attitudine alla politica vennero sviluppati a scapito di tutti i sentimenti morali. A Sparta non esisteva né l'amore coniugale, né l'amore materno, né l'amore filiale, né l'amicizia. Esistevano soltanto dei cittadini e delle virtù civiche.
Una legge di stato imponeva agli spartani di essere disumani verso i loro schiavi; in queste infelici vittime delle guerre veniva insultata e maltrattata l' umanità. Nello stesso codice giuridico spartano veniva insegnato il principio pericoloso di considerare gli uomini come mezzo e non come fine. In tal modo i fondamenti dei diritti essenziali della legge naturale e della morale venivano legalmente infranti.
...Quanto più bello fu l'esempio dato dal rude guerriero Caio Marcio nel suo accampamento davanti a Roma, allorquando sacrificò la vendetta e la vittoria perche egli non poteva vedere scorrere le lacrime della madre !
...Lo stato (di Licurgo) poteva sopravvivere ad una sola spirito del popolo si fosse estinto ; avrebbe potuto quindi durare solo se esso avesse mancato al più alto e unico scopo dello stato.

Da Il risveglio di Epimenide di Goethe
Atto secondo, scena quarta
Genî
Quello che audacemente è uscito fuori . dall'abisso ,
può per un ferreo destino
soggiogare metà della sfera terrestre,
ma nondimeno nell'abisso deve tornare.
Già minaccia un terribile timore :
egli invano cercherà di resistere !
E tutti coloro che a lui sono legati
dovranno perire con lui.
La speranza
Ora incontro i miei valorosi,
che si radunano nella notte ,
per tacere , non per dormire ;
e la bella parola "Libertà"
viene bisbigliata e sussurrata,
fino a che con insolita novità
sui gradini dei nostri templi
grideremo ancora con nuovo entusiasmo :
"Libertà! Libertà! " .
Vi preghiamo di ciclostilare questo foglio nel maggior numero possibile di copie e di diffonderle.

Anonimo lunedì 8 dicembre 2008 alle ore 11:39:00 GMT-6  

concordo con te che sicuramente sarà l'ennesimo cespuglio del 0,qualcosa (ricordo che non sempre la TRISTA democrazia va di pari passo con la verità e la qualità; insomma, inizialmente anche il messaggio di Cristo e Socrate raggiunge uno 0,qualcosa andando a animare unicamente pescatori e pochi altri...)l'importante è che ci sia una fitta ragnatela tra mondo politico, culturale, artistico, comunicativo che cerchi di contrastare il REGIME (perchè in un REGIME siamo)relativita, della pietà concettuale, giuridica e morale, del vuoto dei valori in cui siamo costretti a vivere!

Anonimo lunedì 8 dicembre 2008 alle ore 11:44:00 GMT-6  

Sono consapevolissimo che come tutit i cespugli resterà, purtroppo, una pianta nel deserto, l'importante è rendere fertili queste piante (queste idee), so bene che Magdi Allam farà il Don Chichotte della Mancia, l'importante in ogni caso è dare fervento e luce ad una distribuzione di idee che tenta di non morire ammutolita dinnanzi alla peste odierna: il nefasto vomitio del tramonto ideologico e umanistico dell'uomo.

Anonimo lunedì 8 dicembre 2008 alle ore 11:55:00 GMT-6  

l'ammucchiata corporativistica, seguendo l'insegnamento stalinista, è la caratteristica predominante odierna:ammucchiata di banche, ammucchiata di partiti politici, di televisioni ecc purtroppo, a mio avviso, a questa enorme macedonia non è scaturita un'altrettanto esosa risposta formativa, culturale, etica.Occorre trovare i nuovi Virgilio:" facesti come colui che cammina di notte e porta un lume dietro di se, e con quel lume non aiuta se stesso, egli cammina al buio, si apre la strada nel buio, ma dietro di se illumina gli altri".l'importante è capire quale "luce"vogliono veramente gli altri se le "luci della città"(in questo caso i nostri media sono pieni) o altri luci balizzate, ridicolizzate quasi dimenticate...in questo secondo caso, ben vengano i 3 gatti, i 4 pescatori patetici che andrà a raccolgiere Magdi..
Ciao,Paolo

Anonimo martedì 9 dicembre 2008 alle ore 05:48:00 GMT-6  

ciao a tutti!!!!!sono tornato nel mondo dei vivi!!!!Sono contento che si sia accesa un'interessante discussione riguardante allam.....come ho già avuto modo di spiegare nel mio post di presentazione ammiro le idee ed il coraggio di magdi...che sotto continue minacce di morte dai "mori" riesce a ritagliarsi lo spazio che merita un'uomo, un'intellettuale ed adesso un politico, nello scenario pluripartitico italiano...chiaro che farà lo zero virgola ma non sempre il dato manhaimeriano corrisponde con la qualità di contenuti..certamente superiore alla miriade di cazzate chesiamo costretti a sorbirci da questi menestrelli della politica.e lo sapete perchè questi personaggi sono scomodi?????perchè sanno dire qualcosa!!!!perchè hanno il coraggio di nn presentarsi nelle piazze con zeligghiani comici ma parlano sulla base di idee concrete...io che mi sono sempre sentito dalla parte dei deboli "di buona volontà" mi sento di appoggiare la scelta di allam, ferrando, fiore ecc... da chi non parla per far piacere a qualcuno ed ammalia con le chanson o gli YES WE CAN al'italiana(che poi Veltroni che c'azzecca, come dice Di Pietro, con i democratici americani???il paradosso di chi non ha più idee e sponsorizza alla spaghetti west quelle degli altri)ma parla alla gente....so che alcuni di voi non la pensano come me su Napoleone ma volevo ringraziarvi e lasciarvi con qualche massima di un grande statista che aveva il coraggio delle proprie azioni...
"E' meglio avere un nemico conosciuto che un'amico forzato" questo e' dedicato a chi si allea perchè non ha più idee..e non faccio nomi...
"gli alleati ottenuti dalla fortuna e dalle vittorie ci verranno tolti da una disfatta apparente, ed anzi spinti contro di noi"sembra preveggenza ma è quello che abbiamo di fronte ai nostri occhi tutti i giorni da dopo le elezioni...
"Nelle cose pubbliche, amministrative e militari ci vogliono un FORTE pensare, un'ANALISI profonda e la facoltà di poter fermarsi lungamente sovra gli oggetti senza stancarsi"
"il primo benedelle nazioni sta nella loro indipendenza e nella loro esistenza politica"IL FATTO E' CHE NOI NON ESISTIAMO PIU!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Anonimo martedì 9 dicembre 2008 alle ore 10:35:00 GMT-6  

Caro davide,
come di consueto condivido quasi tutto quello che dici,le tue sono parole sagge, profonde e sensibili. Resta quel "quasi" perchè sai bene che sono un antinapoleonico convinto!
Napoleone ha un gran debito coi libri di storia (specie quelli ottocenteschi d'estrazione massonica, anticlericale, scritti sull'onda e sull'entusiasmo delle rivoluzioni risorgimentali).
IL corso resta un intelligente militare, nulla da dire sulla sua intelligenza, sulla sua tatticità, sulla sua lungimiranza politica. ma resta un TIRANNO!
Un Grande Generale (almeno, devo ammetterlo, aveva i COGLIONI di andare in guerra nelle battaglie che inaugurava..altro che i nostri codardi politici!!!!), certo i suoi aforismi sono meravigliosi...ma è stato il precursore di HITLER!HITLER è stato il più grande copione della storia (il suo Mein Kampf è un mix tra i genocidi napoleonici e americani contro i nativi),

Anonimo martedì 9 dicembre 2008 alle ore 10:39:00 GMT-6  

il prossimo anno si festeggerà il duecentesimo anniversario dell’insorgenza veneta. ti lascio questo stralcio dal libro:"1809: l’insorgenza veneta. La lotta contro Napoleone nella Terra di San Marco”


Banditi o patrioti veneti? Giuseppe Boerio nel suo “Dizionario del dialetto veneziano” stampato a Venezia nel 1856 parla dei “briganti” in questi termini: “Con tale nome erano comunemente chiamati nell’anno 1809 coloro che nelle varie nostre provincie si sollevarono”; lo storico trentino Aldo Bertoluzza anticipa l’utilizzo del termine, almeno per quanto riguarda il Veneto, al 1797: “La denominazione di briganti che verrà riportata da gran parte degli storici risale al mese di aprile 1797, quando avvenne l’emigrazione nel Trentino di fuoriusciti veneti antifrancesi e la formazione di quei primi nuclei che Napoleone stesso battezzava briganti, e che diventeranno poi gli affiancatori dei malcontenti tirolesi e di Andreas Hofer nel 1809 (nell’illustrazione, ndr)”. Attraverso il concetto di “brigante” si tentava, e si tenta, di screditare chi lottava comunque per un’idea, per difendere la propria terra, la propria casa, la propria tradizione.

ORDE GIACOBINE. E così “briganti” furono tutti coloro che in tantissimi comunità della penisola italiana resistettero alle orde napoleoniche e giacobine, “briganti” furono chiamati i Vandeani che pagarono con il sangue la difesa della loro identità, “briganti” divennero più tardi coloro che si ribellavano nei confronti dei “liberatori” sabaudi e che vedevano i loro paesi rasi al suolo da certi figuri che ora campeggiano nelle nostre piazze. L’insorgenza del 1809 assume il carattere di una vera e propria ribellione contro il conquistatore, contro l’Infame Napoleone. Si può certamente parlare di una guerra di liberazione contro l’invasore straniero e i suoi collaborazionisti locali (i giacobini veneti) in un contesto che assume una caratteristica europea e che parte dalla Vandea tocca il Tirolo incendia la Spagna e coinvolge, in forme diverse, l’intero continente.

CENTRALISMO RAPACE. Da una parte i popoli decisi a difendere la loro terra, la loro storia, le loro tradizioni dall’altra Napoleone e i suoi alleati; da una parte la difesa della propria religiosità dall’altra l’offensiva del laicismo; da una parte le “piccole patrie” dall’altra l’espansionismo francese, da una parte la battaglia autonomista dall’altra il centralismo più ottuso e rapace che affama la nostra gente con nuove tasse particolarmente odiose come quella sul macinato… Si calcola che dal 1796 al 1815 le varie insorgenze coinvolsero nella sola penisola italiana più di 300.000 persone; sicuramente ne morirono più di centomila. Ed anche nel nostro Veneto ci sono numeri impressionanti che testimoniano una partecipazione straordinaria: ad Orgiano piccolo centro del bassovicentino, fonti della polizia parlano di quindicimila persone in piazza, ma sono le piazze dell’intero Veneto ad infiammarsi, sono i campanili delle nostre comunità che diventano il simbolo della rivolta (non ci avevo mai pensato: dalle campane a martello del 1809 al campanile di San Marco dei Serenissimi del maggio 1997…).

INSORGENTI. Una sollevazione straordinaria come partecipazione, come coinvolgimento generale dell’intera popolazione, interclassista si direbbe oggi (altro che rivoluzione degli straccioni!), come riaffermazione della propria identità veneta e come lotta per riconquistare la libertà perduta (la bandiera con il leone di San Marco sventola in tante piazze e a Schio viene anche insediato un Governo Veneto…) alla quale si reagisce con brutalità impressionante con centinaia e centinaia di patrioti veneti fucilati e impiccati; certo, ci fu anche chi si dedicò alla razzia: ma fu comunque una esigua minoranza. Sicuramente mancò la capacità “politica”, mancarono i capi, non certo l’ardore e l’eroismo della nostra gente. Ma tutto questo nei libri della scuola italiana non compare e nella pubblicistica del “regime” viene censurato o minimizzato.

Anonimo martedì 9 dicembre 2008 alle ore 10:45:00 GMT-6  

Napoleone, oltre che un gran ladro di ori e argenti e soprattutto di opere d'arte per il Veneto fu una peste, (lui stesso nelle sue belle e dolci dichiarazioni disse:" sarò un Attila per lo stato Veneto").
dietro di se ha lasciato una miriade di corpi senza vita, oltre a gettare le basi per il razzismo e l'arianesimo (la patria del nazismo fu la Francia non la Germania!).
Un tiranno senza timore di Dio, certo un Gran Generale fin troppo coccolato dalla storia (almeno da certi libri...). Contro il despota Napoleone, Con la Serenissima Repubblica:modello per secoli di libertà, democrazia, prosperità!
W Il LEONE DI SAN MARCO!!!!
Un abbraccio, Paolo ( mi raccomando dopo aver letto questo non datemi del leghista!)

Raskolnikov giovedì 11 dicembre 2008 alle ore 12:36:00 GMT-6  

Ciao Davide,

la Guzzanti e Grillo penso rappresentino il peggio dell'Italia. La manifestazione di quest'estate è poi stata uno spettacolo indegno. Soprattutto perché fu una gigantesca presa in giro nei confronti della povera gente. Le manifestazioni di piazza dovrebbero avere lo scopo di infiammare il popolo con un ideale, un ideale diverso di società. Io allora vidi soltanto la messa in scena di insulti. Io non sono credente, tuttavia le offese al papa mi hanno avvilito. Meno quelle al presidente della repubblica, ma è il concetto di fare una manifestazione basata soltanto sulla vuotezza dell'insulto gratuito a lasciarmi di stucco. Se questa è l'opposizione...

Ma d'altronde qui non si tratta più di maggioranza-opposizione. Perché non c'è differenza tra maggioranza e opposizione, non più di quanta ce ne sia tra le squadre di calcio di Milan e Inter. Voglio dire (al di là del riferimento calcistico), che quando si è d'accordo sul gioco, sulle sue regole, conta poco chi vince o chi perde.

Per questo, anche se non sopporto le idee di Magdi Allam, ne apprezzo lo sforzo di mettere sul tavolo del dibattito pubblico temi veri, e non stronzate come il caso Villari, la questione morale (che, in bocca all'attuale classe dirigente, destra o sinistra che sia, suona grottesco) o l'abbronzatura di presidenti invariabilmente imperialisti.

Anonimo giovedì 11 dicembre 2008 alle ore 14:19:00 GMT-6  

caro raskolnikov ti ringrazio per il tuo prezioso commento!!!!!sai bene quello che mi indigna e che mi lascia esterefatto...purtroppo la nostra classe politica è affetta da demenza senile ormai allo stato irrimediabilmente avanzato...ma dobbiamo aspettarci il peggio e ancora più del peggio...le manifestazioni di piazza ormai non hanno che il significato di una ammucchiata dove per attirare gente vengono scritturati pseudocomici, chansonnier e tristi menestrelli che hanno il compito con la loro falsa morale e ironia di celare l'imbecillità di chi li invita...ricordo di quando alle feste dell'amicizia o dell'unità o altre feste di partito venivano invitati oltre che validi esponenti politici a livello nazionale anche persone di spicco del panorama culturale italiano...ora siamo imperversati di comici da basso borgo, gieffini e talpine, Yano DJ....questo è quello che può offrirci l'odierna classe politica...incapace di coniugare l'impegno politico all'apertura culturale...non oso immaginare quale scenario ci si aprirà alle prox europee...già nella scorsa tornata elettorale ci fu la voce di gente come Corona candidata, preparati che questa volta sarà veramente la volta del Fotografo ricattatore, di Moggi, di Licio Gelli telvisivamente riabilitati da quella massa di cretini che dovrebbe (in teoria)darci un servizio informativo e FARE i nostri interessi!!!!forse vi sembrerò sempre critico ma la cruda verità fa male!!!!a Presto!!!!!

Lettori fissi

Informazioni personali

La mia foto
sono un tipo socievole e grande appassionato di politica ed in genere di tutto quello che può far accrescere il proprio bagaglio culturale, sempre pronto a imparare da tutti e sempre pronto a confrontarsi con tutti, mi ritengo un'idealista,forse troppo a volte ma in questo periodo di poco idealismo mi tengo stretto questo lato del mio carattere. da poco sono entrato a far parte del partito "La Destra" e vado orgoglioso di questa mia scelta..anzi..se volete condividere con me questo impegno,anche per il nostro territorio contattatemi all'indirizzo mail ladestralegnago@virgilio.it