NON DIMENTICHIAMO...



BUONASERA AMICI LETTORI!VI LASCIO UNA LETTERE CHE UN CARO AMICO MI HA MANDATO E HO PIACERE DI CONDIVIDERLA CON VOI E CON I VOSTRI COMMENTI.UN SALUTO A VOI E UN CARO ABBRACCIO AL MIO AMICO FRATERNO!!





Il tempo regala poesia ai teatri di battaglia, più si allontana l'eco degli
scontri ed il fragore della lotta. Tra qualche giorno si celebrerà il 92
anniversario della vittoria del Regno d'Italia contro l'impero Austro-
Ungarico,
in quella maestosa battaglia che i libri di storia ricordano come la “Grande
Guerra” europea e mondiale. Premetto con genuina onestà intellettuale: è
davvero difficile, se non quasi impossibile, per tre o quattro generazioni
dopo
sentire ancora quell'eco lontano, quei canti alpini, il stringerci attorno
ad
un brandello di terra che, da quando siamo venuti al mondo, abbiamo con
disinvoltura considerato Italia. Ciò nonostante è giusto e doveroso che
anche
in questo freddo e grigio Novembre del 2010, venga riscaldato da quel
sentimento patriottico e da quella dichiarazione d'amore per la Nazione
(nonché
per i suoi più fedeli alfieri: le forze armate) che è il miglior
antibiotico
all'influenza relativistica e alla crisi della memoria e dei valori che
oggigiorno si stanno rivelando più letali della pandemia influenzale
denominata
“la spagnola”. “Non lasciare che il passato ti dica chi sei, ma lascia che
sia
parte di ciò che diventerai”recitava uno slogan di qualche anno fa. Di
certo,
questo non è il momento di bieca retorica, di tributi, di anacronistico
nazionalismo (in una società multirazziale e sempre più globalizzante). No,
il
ricordo del 4 Novembre bisogna viverlo con quella genuina accoglienza con la
quale si offre ospitalità nella nostra dimora ad un parente che sembrava
perduto, un antico zio d'America che in rare occasioni viene a recarci visita
e
che ha bisogno più di tane fanfane, doppipetti e formalità solo di una cosa:
del nostro abbraccio e del nostro sorriso, il miglior biglietto di visita
per
chi ancora consideriamo un parente, uno stretto amico, una persona degna
della
nostra fiducia, stima nonché del nostro appoggio morale. Questo è lo
spirito
del 4 Novembre: da spendersi con un vecchio amico, seduti ai bordi di una
tavolozza di legno, chiaccherando con quella leggiadria dei bambini
accompagnati da buon vin brulè e pane caldo. È un sentimento santo chiamare
per nome e cognome le gesta più alte spese per il BelPaese. Ricordando chi
siamo, qual'è la nostra origine, comunitaria ed individuale, riusciremo ad
orientare i nostri passi nell'incertezza del futuro ed a reggerci nella
vacuità
odierna dove lo sport privilegiato è falciare tutto quello che odora di
ricordi, tradizioni e storia dei popoli. Quanti monumenti alla memoria,
quante
statue, strade, vie, passano oramai completamente inosservati o dismessi per
fare strada a vetrine luccicanti e centri commerciali mentre si sbiadisce
il
ricordo di chi, ai posteri, ha sacrificato la propria esistenza per un
ideale,
per la Patria, per un senso civico di dignità e libertà. Il nostro compito,
dunque, è essere severi custodi di quei resti, dei cimeli dei nostri nonni
che
non ammuffiscono mai, perchè il combattere per un sogno, un valore o un
ideale
non muore mai. Seicentocinquantamila sono stati i connazionali, perlopiù
giovani, che sono caduti in battaglia portando il tricolore e cantando le
canzoni degli Alpini. Altresì, per una volta, bisognerebbe porre a tacere le
bieche polemiche politiche e posare il nostro pensiero ai sacrari di Asiago
e
Redipuglia, alla città di Gallio (medaglia d'oro al valor militare),
all'Ossario del Monte Grappa, alla terribile fortezza dello Spielberg, dove
venne rinchiuso Silvio Pellico, agli irridentisti trentini ed a chi è morto
nel
gelo dei monti o peggio ancora è stato abbandonato nella cantina del
dimenticatoio.
Doveroso, dunque, per un giorno guardarci allo specchio e ritornare a
prendere
quella confidenza con le nostre storie, le nostre radici ed il lascito dei
nostri Padri.
Dopo aver perduto la festa cattolica di Ognisanti, barattata per il rito
celtico e anglofono di Hallowen, da Italiano non voglio perdere la
celebrazione
civica del 4 Novembre: non vorrei mai ritrovarmi a tavola il 4 Luglio a
mangiare tacchino cantando “The Star spangled Banner”!
W la Patria!
W il 4 Novembre!

Paolo Cecco

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sono un tipo socievole e grande appassionato di politica ed in genere di tutto quello che può far accrescere il proprio bagaglio culturale, sempre pronto a imparare da tutti e sempre pronto a confrontarsi con tutti, mi ritengo un'idealista,forse troppo a volte ma in questo periodo di poco idealismo mi tengo stretto questo lato del mio carattere. da poco sono entrato a far parte del partito "La Destra" e vado orgoglioso di questa mia scelta..anzi..se volete condividere con me questo impegno,anche per il nostro territorio contattatemi all'indirizzo mail ladestralegnago@virgilio.it