SERVI!!!!!!



BUONASERA GENTILI LETTORI!!!RISCRIVO DOPO MOLTO TEMPO LASCIANDOVI UN'ARTICOLO INTERESSANTE DELL'IRRIVERENTE VENEZIANI CHE MOLTO FA CAPIRE IN QUESTI TEMPI DI "SERVILISMO" QUELLO CHE STA SUCCEDENDO NEL CAMPO DELL'INFORMAZIONE!!!A VOI IL COMMENTO!!!



Servi di Berlusconi. Eccola lì, la definizione all inclusive per indicare chi scrive sul Giornale, su Libero o per chi lavora in Mediaset o in Rai in area Pdl. La sento ogni giorno in tv, la leggo tra le righe di molti giornali, la ritrovo nei blog, a volte perfino in piazza e per strada e la sento risuonare nel miserabile teatrino della politica. Ah, con quale disprezzo appellano Il Giornale dei Berlusconi. Non vi dico poi di Belpietro e Sallusti per via della loro visibilità quotidiana in video. Ci sarà magari un legame tra questo disprezzo e l’attentato fallito a Belpietro, ma non voglio qui stabilire il nesso tra infamia e terrore, disprezzo e violenza. Vorrei affrontare il tormentone della servitù, che continua imperterrito anche quando Berlusconi critica i giornali amici e Feltri risponde in modo assai poco servile che quella è la porta e appena l’editore lo chiede, è pronto a infilarla. Per quel che mi riguarda, benché il più lontano possibile dal video o da incarichi redazionali, trovo traccia ogni giorno, a partire dai blog, di insulti del genere. Potrei dire che la cosa non mi tocca, che parlano gli scritti, la biografia, le scelte, ma direi una bugia: invece mi dà fastidio, anzi doppio fastidio, perché mi offende sul piano personale e perché offende la verità.
Ci sono servi di Berlusconi in giro? Ma certamente, figuriamoci. Un potente in un Paese come il nostro, abituato da secoli alla servitù e alla piaggeria, pensate che non abbia servitori? Se ci sono servi di piccoli satrapi e leaderini di latta, figuriamoci se non ci sono servi o adulatori di Re Silvio. Ho imparato a distinguere i servi attraverso tre test psicoattitudinali. Il primo è la sequenza causa-effetto. Se un giornalista ha modificato le sue convinzioni seguendo Berlusconi, ha molte probabilità di essere un servo. Se invece aveva quelle convinzioni prima che ci fosse Berlusconi, assai meno. Esempio: Feltri, e con lui Belpietro e altri, assumono posizioni di centro-destra già con l'Indipendente, prima che Berlusconi scendesse in politica (potrei dire anche di me, che fondai nel ’92 l’Italia settimanale e che sono di destra da quando sono mancino, cioè da sempre). I servi seguono il padrone, mica lo precedono nelle scelte. Dunque, non hanno quelle opinioni perché scrivono sul Giornale, ma il contrario: scrivono sul Giornale perché hanno quelle opinioni. La controprova è che con opinioni così non ti prendono mica negli altri grandi giornali italiani, tantomeno ti offrono direzioni o ruoli di punta; non puoi mica esprimere altrove, nella stampa «libera», quel che pensi, se pensi che Berlusconi sia preferibile a Fini, Casini o alla sinistra.
Il secondo test è vedere se mutano opinione col mutare degli interessi del presunto padrone. Valutate voi se e chi lo ha fatto. Prescindo da me, mi sarebbe troppo facile dimostrare le tante volte che esco dai cori, incluso quello minore, berlusconiano. Mi limito a fare un paio di esempi. Tutto potete pensare, cari lettori, del caso Boffo meno una cosa: che sia stato utile al Capo e voluto da lui. Non mi pare affatto che abbia tratto giovamento politico. E le inchieste su Fini hanno giovato al premier in misura almeno pari alle volte in cui gli hanno nuociuto o creato problemi. Se ho ben capito Feltri, il suo interesse primario, non negoziabile, come si dice oggi, è avere successo con i giornali, vendere di più, accrescere i lettori, sanando i bilanci. D’altra parte uno come noi che fa la professione vanitosa di firmare, tiene prima di tutto al suo buon nome, e trattandosi di gente ormai avanti negli anni e benestante, non ha certo bisogno di qualcuno che gli dia la paghetta e il mangime. Se sentite i politici parlare in privato di costoro dicono: «è incontrollabile», o come disse di me un comiziante subacqueo ponendo un veto, «è ingestibile». Giusto, ingestibile; si gestiscono le rivendite di sali e tabacchi, mica le idee delle persone libere e pensanti.Ma il terzo e più efficace test per misurare la servitù è il seguente: provate a immaginare cosa resta di quel vero o presunto servitore senza il suo padrone o senza l’incarico che ricopre. Se resta poco o niente, vale poco o niente. Se restano i suoi scritti, le sue idee, la sua credibilità, i suoi lettori, allora è difficile che sia un servo. In questo periodo vedo tante arroganti nullità che troneggiano in video e sui giornali solo a titolo di concessionari del loro capo. Se gli togli quella qualifica sono zero. Beh, mi pare che la definizione di servo si addica a loro. Non sono invece dell’idea di ricambiare la rozzezza e chiamare servi quelli che non la pensano come me. Potete avere il peggior giudizio di Santoro o Travaglio, di Scalfari o Eco, ma non chiamateli servi perché non lo sono. Immaginate se un giornalista di destra diventasse come accadde a Gad Lerner direttore del Tg1 con il governo di centrosinistra e pure portavoce del premier: sarebbe subito bollato come servo. Lerner ha le sue convinzioni che non condivido per niente, ma non era certo un servo.
Insomma occorre ripristinare un galateo della stampa e la civiltà del rispetto reciproco. Durante il primo conflitto nelle pause della guerra, i soldati in trincea si scambiavano perfino le sigarette e si parlavano tra loro, salvo poi riprendere a spararsi. Accadde per esempio a Junger e a Drieu La Rochelle che militavano su opposte trincee. Se accadeva in guerra, a maggior ragione dovrebbe accadere in tempo di pace e democrazia (anche se mi riferiscono che un leader avrebbe detto: «Io sarò politicamente morto ma mi porterò nella tomba Berlusconi»).
Nella nostra stampa, più che il servilismo o il presunto bavaglio, il vero male è il conformismo del politicamente corretto, l’allinearsi alla casta, alla cosca, alla setta. E lì, vi assicuro, i berlusconiani non sono coro ma minoranza ed esprimono, pensate, una cultura di opposizione anche se hanno dalla loro parte il premier e forse la maggioranza degli italiani.

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sono un tipo socievole e grande appassionato di politica ed in genere di tutto quello che può far accrescere il proprio bagaglio culturale, sempre pronto a imparare da tutti e sempre pronto a confrontarsi con tutti, mi ritengo un'idealista,forse troppo a volte ma in questo periodo di poco idealismo mi tengo stretto questo lato del mio carattere. da poco sono entrato a far parte del partito "La Destra" e vado orgoglioso di questa mia scelta..anzi..se volete condividere con me questo impegno,anche per il nostro territorio contattatemi all'indirizzo mail ladestralegnago@virgilio.it